Era il 1999 quando l’allora Assessore ai Lavori Pubblici, il mio compianto amico Livio Botticelli, per trovare l’origine di un’infiltrazione d’acqua, tra l’altro ancora attiva, commissionò a una ditta specializzata il monitoraggio tramite georadar della piazza di Montegranaro. Il georadar è un metodo di indagine sul sottosuolo che consente di fare una “foto” degli strati inferiori come se fosse una specie di ecografia.
Il risultato del sondaggio fu sorprendente: sotto la porzione di selciato posta davanti ai giardini di Mazzini e al Palazzo Luciani, la macchina scoprì l’esistenza di una sorta di pozzo profondo circa 8 metri e largo circa 2. Il pozzo è inserito all’interno di una cavità che sembra una neviera e che consente di potergli girare attorno. Poco distante dal pozzo, più vicino alle mura del palazzo, c’è invece una grande cisterna dove probabilmente si metteva a decantare l’acqua. Il tutto è coperto da una lastra marmorea, probabilmente di travertino.
Nessuno è mai entrato fisicamente in quella cavità, almeno in tempi recenti. Quando, nei primi anni del decennio scorso, io, Simone Perticarini e il Gruppo Speleo del CAI fermano iniziammo la mappatura degli ipogei cittadini, non riuscimmo a trovare un accesso a questo sito. Occorre quindi creare un passaggio, cosa che allora non facemmo. Il prossimo passo sarà proprio questo, aprire un passaggio. La prossima primavera cercheremo di entrare e scoprire cosa esattamente si cela al di sotto dei nostri piedi quando passiamo in piazza Mazzini.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento