giovedì 20 aprile 2023

Forza Sutor, grazie ragazzi.


Sono contento di come è andata alla Sutor quest’anno e credo che questo sia un ottimo risultato conseguito con tenacia, sapienza e amore da parte di una società che sta facendo di tutto e di più per mantenere viva la tradizione del basket a Montegranaro. Una partenza in salita per un campionato che poi ha dato grandi soddisfazioni. E se il play off non sono stati favorevoli poco importa: la squadra c’è, fa risultato e convince, e questo non è per niente poco. Bravi tutti, ma davvero tutti.

La tradizione del basket, dicevo. Il basket a Montegranaro se l’è inventato il Marchese Francesco Luciani Ranier nel 1934, quasi un secolo fa. Sor Checco, come lo chiamavano amichevolmente i Montegranaresi, fece costruire in quello spazio attiguo alla chiesa di San Serafino, al margine del Campo Boario, che oggi chiamiamo Campo dei Tigli un campetto da basket, facendo conoscere per la prima volta questo bellissimo sport ai suoi compaesani. E fu subito amore: il basket, da allora, fu lo sport “nazionale” di Montegranaro, tanto che, nel 1955, mio zio Lelio Di Rosa, Leonello Manzetti e Mario Filomeni decisero che quel gioco da ragazzi dovesse passare all’agonismo, e fondarono la Sutor.

Il basket è nel sangue dei Montegranaresi. Se i bambini di tutto il mondo se vedono un pallone gli danno un calcio, a Montegranaro gli infanti prendono la sfera e palleggiano. Quando ancora i fanciulli giocavano per strada, c’erano campi di pallacanestro improvvisati ovunque. Ricordo che, con i miei amici tra cui un giovanissimo Francesco Di Rosa, giocavamo a basket in via Palestro, in discesa. Almeno avevamo un canestro con tanto di retina: c’era chi giocava con una cassetta di legno al posto del cesto, o una canestra da calzolaio sfondata. Un popolo di cestisti: tutti, anche se per poco, hanno militato nelle giovanili della Sutor o delle altre squadre che via via sorgevano.

Le grandi soddisfazioni, il grande tifo, le grandi ambizioni che forse erano troppo grandi non sono tutto quello che racconta la storia di questo sport a Montegranaro. C’è molto di più: c’è un racconto che parte da lontano e che prende il cuore del paese e dei suoi cittadini veri, c’è un qualcosa che non si spiega, c’è una magia che lega questa gente indissolubilmente alla palla a spicchi. E se oggi abbiamo un sacco di problemi, e se in passato abbiamo avuto grandi delusioni, e se vorremmo tornare forti e il presente non ci basta, dobbiamo ricordare chi siamo e quello che il basket rappresenta per Montegranaro. Il basket non è solo uno sport, è il nostro modo di essere, è una cosa che ci rappresenta e ci distingue, una cosa che ci appartiene e a cui apparteniamo. Ecco perché, chi ama davvero Montegranaro, tiferà sempre Sutor, nella buona e nella cattiva sorte. Forza Sutor, grazie ragazzi.

 

Luca Craia

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