Uno sforzo organizzativo di questa mole, una spesa di questa importanza, devono far rimanere qualcosa alla comunità, la devono in qualche modo arricchire. Penso principalmente alla promozione turistica, di cui tanto si parla. Ma la promozione turistica ha senso se si promuove il turismo come attività economica, e questo non lo si sta facendo. Quindi, se facciamo prendere d’assalto il paese per quattro giorni da migliaia di persone, alla fine a cosa è servito?
A svagare, a divertire i cittadini. Ma questo svago, questo divertimento dovrebbe anche arricchire, almeno culturalmente, la comunità. Io invece ho l’impressione che si stia sempre più privilegiando l’aspetto relativo alla sagra che quello culturale. Gli spazi dedicati alla ristorazione sono quasi equivalenti a quelli riservati agli spettacoli. Anziché fare il dopofestival come si faceva qualche anno fa si preferisce la discoteca in piazza. Le iniziative culturali collaterali non vengono incoraggiate, tutt’altro. Con questa impostazione è ovvio che venga tanta gente, ma occorre scegliere il livello qualitativo che si vuole offrire, se si vuole arricchire o solo intrattenere.
Durante gli anni della sinistra ad amministrare il paese abbiamo visto scelte politiche nella direzione del puro intrattenimento a discapito della cultura. Con il cambio di Amministrazione mi aspettavo anche una diversa impostazione del festival, più incentrato sulla qualità che sulla quantità di gente presente. Purtroppo bisogna riscontrare che questo cambiamento non c’è stato, anzi, si direbbe che si persegua la stessa linea della precedente maggioranza con maggior convinzione. Personalmente non ho votato per questo.
Luca Craia
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