sabato 26 agosto 2023

Veregra Street ormai lo fanno tutti. Occorre rifondare quello originale.

Per quanto il caldo sia ancora opprimente, anzi, forse ancora più insopportabile che in pieno luglio, stiamo comunque e inevitabilmente per archiviare anche questa stagione estiva; una stagione estiva caratterizzata da un proliferare di festival di artisti di strada, circensi e di cibo da strada come mai si era visto in precedenza. Ci sono iniziative incentrate sulla street art dall’Adriatico ai Monti Azzurri, dal Foglia al Tronto, tutte che si assomigliano e tutte che assomigliano a Veregra Street.

Già perché, quando è nata Veregra Street, ormai venticinque anni fa, se non era il primo festival di questo tipo era comunque tra i primissimi, era una novità, un qualcosa di originale e attrattivo. Ora è uno dei tanti festival fotocopia, e forse nemmeno il più ricco e seducente. Anzi.

A Montegranaro dobbiamo essere orgogliosi del nostro festival e del fatto che, sostanzialmente, abbiamo inventato una formula che poi è stata, se non copiata, emulata un po’ dappertutto. Però non basta. Veregra Street è un patrimonio che va messo a frutto, che va utilizzato come attrattiva e come mezzo di promozione per un paese che vuole seguire una vocazione turistica piuttosto naturale. E per farlo occorre lavorare per migliorarlo, per renderlo di nuovo originale e unico, bisogna alzare il livello della qualità.

Dal mio punto di vista occorre limare la parte “sagraiola”, quell’impostazione che ricorda sempre di più una festa della birra qualsiasi, e connotarlo maggiormente come iniziativa culturale. Serve potenziare l’offerta degli spettacoli, serve caratterizzare la cornice utilizzando maggiormente le vie del castello, serve inserire delle iniziative collaterali di qualità. Ma prima di tutto serve crederci, non adagiarsi su una rendita di posizione che, evidentemente, si erode anno per anno.

 

Luca Craia


 

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