domenica 10 settembre 2023

Ma quale turismo nel Fermano.

La domenica mi piace girare per i nostri borghi, quelli del Fermano, quelli di questa terra meravigliosa della cui bellezza gli abitanti non sono consci. Oggi ero a Torre San Patrizio, paesino con un castello minuscolo, eccentrico rispetto alla pieve che gli ha dato origine, bellissimo e ben mantenuto, ancora vivo e pulsante di esistenze. Torre non ha molto da offrire da un punto di vista storico-culturale, ma è uno di quei borghi in cui, fosse ubicato in Toscana, la gente andrebbe per godere delle antiche mura, il panorama e la frescura. Così come altri paesini, affiancati a castelli con maggiori vestigia e tesori. Poi c'è Fermo, piena di scrigni preziosi e testimonianze antichissime. Se a tutto questo aggiungiamo il mare e la montagna, che distano al massimo un'ora di auto, si capisce bene che siamo seduti su un pozzo di petrolio e lo lasciamo lì sotto. Occorre ragionare insieme, Fermo e il territorio perché, per quanto Fermo faccia grandi numeri nel settore turismo, non è Firenze e nemmeno Perugia. Potrebbe esserlo se so fa un'offerta di territorio. Ma qui servono le teste. Calcinaro è concentrato su Fermo e, al momento, non pare capisca quale sia il valore dell'hinterland. Porto San Giorgio sopravvive con la rendita del mare ma non ha idea di come metterla a frutto. L'entroterra non si rende nemmeno conto del proprio potenziale, tutti i paesi, nessuno escluso nonostante i proclami elettorali. Uno spreco infinito, tra politici dediti alla ricerca del consenso effimero e funzionari amministrativi concentrati sulla salvaguardia del posto di lavoro come se qualcuno potesse levarglielo. Intanto si perde un sacco di tempo.
 

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