sabato 30 settembre 2023

UN TAVOLO PER EVITARE IL BRONX

Stamattina non mi sento particolarmente ottimista. Sarà perché, andando al lavoro, Franca mi ha fatto notare che a Montegranaro ci sono quartieri interi con il cartello “vendesi” attaccato alle case, una cosa che sapevo ma che stamattina, un po’ il sonno e un po’ la stanchezza di una settimana di lavoro sulle spalle, mi ha disturbato. Ho pensato che è un segnale molto brutto che non sta cogliendo nessuno. È il segnale che Montegranaro ha un destino piuttosto negativo davanti, un destino che non è ineluttabile ma che va invertito ora, subito.

Il futuro che si prefigura è di un paese in cui i giovani se ne stanno andando quasi tutti, gli anziani sono anziani e le persone di media età si dividono in due categorie: quelli che hanno maggiori possibilità economiche e quelli che non le hanno, la vecchia classe media che media non è più. I primi hanno casa altrove e ormai a Montegranaro ci passano sempre meno tempo, molti non ci vengono più; i secondi sono prigionieri dei loro immobili, invendibili a meno che non li regali, e non hanno la possibilità di andare altrove. Gente di media età (di medio gli è rimasto solo quello) che invecchierà e a un certo punto non ci sarà più. E con loro se ne andrà Montegranaro o, almeno, buona parte di Montegranaro. Rimarrà Santa Maria, probabilmente, quartiere più nuovo e servito, mentre il resto sarà una distesa di case disabitate o abitate male, una specie di Bronx postatomico.

Brutta scena, vero? Io spero di sbagliarmi, ma credo che sia una possibilità seria, uno scenario piuttosto futuribile e credibile. E penso che dobbiamo fare tutto il possibile per evitarlo. Dobbiamo farlo ora, oggi, non dopo, non domani. E per farlo occorre inventarsi qualcosa, occorre trovare un modo perché la gente non se ne vada, perché i giovani rimangano, perché le case riprendano valore, perché valga la pena vivere qui. E varrà la pena vivere qui solo se ci sarà lavoro e ricchezza, non dico come nei gloriosi anni del boom della calzatura, ma almeno da poter consentire di vivere bene e senza pericoli.

In questo sono ottimista, contraddicendo l’incipit: ci sono delle strade da percorrere per poter salvare Montegranaro e la sua economia. Qualcuna la indico da tempo, altre potrebbero venirci in mente se solo ci mettiamo a ragionarci, anziché continuare il giochetto della politica in perenne campagna elettorale. Sarebbe auspicabile un tavolo comune, che comprenda istituzioni, politici, associazioni di categoria e culturali e imprenditori; un tavolo dove mettere le idee, selezionarle, sceglierle e cominciare seriamente a costruire un futuro. Sarebbe un buon inizio.

 

Luca Craia


 

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