Con il restauro del Blasone di Annibal Caro progettato, finanziato e seguito da Arkeo, sono state realizzate anche due copie dell’originale che andrà collocato in maniera finalmente protetta dalle intemperie e dall’uomo all’interno del museo di SS.Filippo e Giacomo. Una di queste copie è andata al posto dell’originale, sull’architrave della Casa Canonica che fu sede dello stesso Caro; l’altra copia è andata a casa del Caro, a Civitanova Marche, grazie all’interessamento del professor Alvise Manni, Presidente del Centro Studi Cariani, che da tempo collabora con Arkeo, e del dottor Luciano Baiocco, Presidente della Fondazione “Città Ideale”. Ieri sera la copia civitanovese è stata collocata nella Collegiata di San Paolo Apostolo di Civitanova Marche Alta con un’austera cerimonia alla quale ho avuto l’onore di essere invitato e di poter parlare di quanto tutto questo sia importante.
Ed è importante, perché è un ulteriore tessera del puzzle che associazioni come quelle coinvolte in questo progetto stanno portando mettendo insieme per costruire un futuro diverso e più solido per il territorio piceno: un’economia legata alle radici, al patrimonio culturale e all’attrattività turistica che ne consegue. La finalità comune che ha mosso l’iniziativa è stata ribadita dal fatto che sia io che Baiocco, senza accordarci, abbiamo fatto interventi che vertevano sullo stesso tema, quello di investire nel settore cultura in maniera di innescare un turismo che porti ricchezza solida e duratura.
Purtroppo tutto questo richiede tempo, e la politica tempo non ne ha, affannata nella ricerca di un consenso immediato. Ecco che, quindi, si investe e ci si adagia su fonti economiche effimere e, come ha chiaramente detto Luciano Baiocco, cancerogene per il territorio, come la movida. La politica non sembra interessata a investire in un settore, quello del turismo culturale, che invece potrebbe portare immensi benefici al territorio, benefici ben più duraturi, con un impatto completamente diverso sulla vivibilità dei nostri centri. E infatti, alla cerimonia di ieri sera non c’era alcuna rappresentanza del Comune di Civitanova Marche, né dall’Amministrazione Comunale né dalla Minoranza, a testimoniare un sostanziale e assoluto interesse.
Rimane la volontà delle associazioni come le nostre, che continuano a credere e a perseguire questo obiettivo, difficile da realizzare, a quanto pare, ma non impossibile. E ieri sera, portando anche nella patria di Annibal Caro la testimonianza della sua presenza, un altro piccolo passo è stato fatto.
Luca Craia
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