Alla morte di Federico Barbarossa, il 10 giugno 1190, il territorio che oggi definiamo “Marche”, che allora poteva essere identificato come la Marca di Ancona e il Fermano e che era stato acquisito, se non soggiogato, dall’Imperatore del Sacro Romano Impero, tornarono sotto il potere dello Stato Pontificio. Non era d’accordo il figlio del Barbarossa, Enrico VI, che tentò di riportare le terre marchigiane sotto il dominio imperiale, ma con scarsi risultati.
Alla morte del successore del Barbarossa, esistevano due leghe, una schierata con la Chiesa e l’altra con l’Impero. La situazione, ovviamente, era estremamente conflittuale. Solo nel 1202, il 18 gennaio, le fratture tra i comuni delle Marche si ricomposero con la firma della “pace di Polverigi”. A firmarla, nel castello di Polverigi appunto, c’erano da un lato Ancona, Camerano, Recanati, Montarice (oggi in territorio di Porto Recanati), Montefano, Castelfidardo, Civitanova, Montecosaro, Sant’Elpidio a Mare, Castello di Castro (in territorio di Sant’Elpidio, oggi non esiste più), Montolmo (Corridonia), Senigallia, Pesaro, Fano, Monte Riario (oggi scomparso e non identificabile) e dall’altro lato Fermo, Torre di Palme, Macerata, Montelupone, Morrovalle, Montesanto (Potenza Picena), Montegranaro, San Giusto (Monte San Giusto), Osimo, Offagna, Jesi Monteurbano (presso Montecassiano).
Si è tenuto sabato scorso, a Polverigi, un convegno per ricordare questo evento storico di estrema rilevanza nel corso del quale si è parlato anche dell’araldica dei Comuni firmatari del patto del 1202. Al convegno ha partecipato anche il Sindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi, che riferisce di come il relatore, il professor Antonio Conti, abbia spiegato come lo stemma di Montegranaro sia uno dei più longevi nelle sue caratteristiche, rimaste pressochè immutate dal periodo oggetto della disamina. Ora lo stemma di Montegranaro campeggia, insieme a quello degli altri comuni firmatari della Pace, nella Sala Consigliare del Comune di Polverigi.
Montegranaro ha quindi una storia antica e soprattutto molto importante: l’essere presente alla firma del patto di concordia del 1202 insieme a comuni molto più importanti come Ancona, Osimo o Fermo, attesta la rilevanza del castello montegranarese già un paio di secoli dopo la fondazione. È bene recuperare questi frammenti di storia perché aiuta ad acquisire la consapevolezza culturale del potenziale del paese e del suo patrimonio.
Luca Craia
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