Forse è il momento di ripensare il Veregra Street Festival. È stato uno dei primi e uno dei più importanti festival di arte di strada d’Italia ma oggi sembra che il tema principale, l’essenza stessa del festival, siano estremamente inflazionati. Ci sono festival di strada quasi in ogni paese del circondario, e questo avviene sia perché l’arte di strada è di per sé affascinante e richiama pubblico, quindi è facile per qualsiasi comune che voglia attrarre un po’ di gente buttarsi in questo settore, sia perché professionisti che hanno fatto crescere il Veregra ora sono freelance che prestano la loro professionalità per produrre eventi simili se non uguali in ogni dove. Il risultato, purtroppo, è che l’arte di strada non è più un’attrattiva peculiare e il Veregra Street Festival sta perdendo mordente. Lo ha dimostrato l’edizione di quest’anno, partecipata ma ben lontana dai fasti di un tempo, quando non si riusciva a passare per strada per quanta gente c’era.
Quindi che fare? Credo sia il momento di inventarsi qualcosa, inserire nuovi elementi, svecchiare una cosa che era bellissima e ha funzionato molto bene ma che oggi dà chiari segni di obsolescenza. Non è necessario snaturare il festival, si può restare nell’ambito dell’arte di strada ma lo si può reinventare, arricchire, rendere più originale. Dico si può ma sarebbe da dire si deve, perché altrimenti il Veregra Street Festival, idea geniale di trent’anni fa e per anni momento di indiscussa importanza locale e nazionale (e internazionale) è destinato a diventare una delle tante festicciole coi circensi che pullulano nell’estate marchigiana.
Luca Craia
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