Ne scrivo oggi a ragion veduta, perché ieri sarebbe stato davvero
stucchevole. Ho assistito, come ogni anno, alla celebrazione della figura di
Giovanni Falcone, cosa buona e giusta, alla quale quest’anno però non ho voluto
partecipare. Il motivo è semplice: non credo che mettere una foto di Falcone
serva a qualcosa se poi, ogni giorno, avallo il potere che il magistrato
combatteva, per combattere il quale ha perso la vita. Falcone e Borsellino
vanno celebrati, certamente, ma il loro esempio va seguito, ognuno nel nostro
piccolo, ogni giorno, non chinando il capo di fronte al potere ma imponendo la
sovranità di un popolo che oggi è sempre più prono, umiliato, esautorato.
Falcone è stato ucciso quando il vecchio sistema politico italiano
stava crollando. Tangentopoli smantellava la prima repubblica e tutte le sue
connessioni con il malaffare, così la mafia cambiò strategia: eliminò il
vertice di quel movimento culturale che la minacciava e mutò il modus operandi
fino ad allora sanguinario. Per riuscire in questo, però, era necessario
inserire nello Stato il proprio controllo. Se prima era sufficiente avere dei
politici asserviti, ora occorreva entrarci in maniera diretta. Ecco l’avvento
di Berlusconi.
Non voglio trattare un argomento trito e ritrito, ma voglio riassumere
in poche righe quello che penso sia successo: Berlusconi, uomo controllato
direttamente da cosa nostra, apre le porte dello Stato alla malavita
organizzata. Dietro di lui si fa strada un nuovo sistema di potere dove anche l’opposizione
viene ampliamente controllata e svolge il proprio ruolo in maniera blanda,
concentrandosi su sciocchezze come bunga bunga e vizietti sessuale la propria
azione piuttosto che agire sulle malefatte del governo. Così anche quando la
stessa opposizione passa a governare poco cambia. In sostanza si è giocato, si
è fatto finta, si è fatto del wrestling politico.
E arriviamo a oggi: oggi non c’è un governo eletto, c’è un parlamento
incostituzionale, c’è un’opposizione ridicola e si approva una legge elettorale
che condanna l’Italia a essere governata in futuro da governi eletti con un
sistema contrario ad ogni forma di rappresentatività e minoritari rispetto al
popolo. In tutto questo il vantaggio è che la mafia non ha più bisogno di
ammazzare nessuno per controllare il potere.
Luca Craia