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martedì 3 maggio 2016

Il sindaco non compra le pile perchè ci vuole il preventivo



Certo che devono costare care le batterie dell’allarme della scuola di San Liborio. E deve essere un allarme supersonico, di quelli che arrestano il ladro e lo processano sul posto. Sì, perché i prezzi delle batterie che ho visto io non sono così elevati, si parla di poche decine di euro, al massimo si supera le centinaia di poco. Quindi questo allarme deve essere davvero strepitoso, se per comprare le batterie nuove ci serve tanto tempo e l’attesa prolungata di preventivi. E certo, ha ragione il Sindaco, se le batterie costano così care, mica si possono spendere i soldi dei contribuenti con leggerezza. Bisogna vagliare tutte le soluzioni con cura.
Peccato, però, che non si segua lo stesso sano principio in tutte le decisioni che si prendono. Per esempio, ci sono infinite determine di spesa per comprare materiali di consumo. E addirittura si dà un incarico temporaneo per la biblioteca, operazione che costa alle tasche dei contribuenti 5000 euro, senza usare lo stesso metodo, ossia senza vagliare alternative, curriculum, altre professionalità che potrebbero essere, a parità di spesa, più efficienti ed efficaci, nulla togliendo alla preparazione di chi ha preso l’incarico.
Quindi prendiamo nota: per comprare le pile ci vuole il preventivo, per distribuire incarichi alla comecepare no. Io, fossi il padrone dei distributori di merendine rapinati, ci andrei io a comprargli le pile, all’allarme.

Luca Craia

giovedì 28 aprile 2016

Furti continui alle scuole di San Liborio. E l’allarme non funziona.



Ripetuti furti si susseguono alle scuole di San Liborio. Sono furti di piccolo conto, compiuti presumibilmente da balordi ma, al di là del valore della refurtiva, in sé esiguo, c’è il danno che, oltretutto ripetuto, diventa ingente. Se la prendono con le macchinette che distribuiscono bevande e vettovaglie, ma per farlo spaccano tutto, danneggiando soprattutto la ditta proprietaria dei distributori. Così il titolare si rivolge al Sindaco e al Vicesindaco per chiedere quantomeno che venga riattivato l’allarme. Perché, vedete, nel paese delle telecamere di sicurezza sparse anche nei cessi, la scuola ha un sistema di allarma che non funziona.
Alla richiesta dell’imprenditore il sindaco chiama l’elettricista che gestisce gli impianti del Comune e questo, candidamente e giustamente, si giustifica dicendo che è da tempo (ne abbiamo già parlato in passato) che chiede che vengano ricomprate le batterie che alimentano l’impianto di allarme ma gli è stato sempre risposto che non ci sono i soldi. Soldi che, per progetti faraonici come quello di viale Gramsci sembrano abbondare ma che, per comprare due batterie nuove ed evitare che a scuola entrino cani e porci, a quanto pare, non ci sono.

Luca Craia

mercoledì 23 marzo 2016

Maltempo: va bene l’allarme ma… prima?



Il Comune, molto opportunamente, utilizza la propria pagina Facebook per informare la cittadinanza dell’allarme maltempo lanciato dalla Protezione Civile e per tenere aggiornati i cittadini circa lo stato delle strade. È un utilizzo giusto e lodevole del mezzo che va incoraggiato ed elogiato. Ma le notizie che giungono sono piuttosto preoccupanti: strade allagate, frane, pericolosità di tratti piuttosto estesi della rete viaria comunale e provinciale. A me giungono segnalazioni di situazioni piuttosto gravi, e non solo per quanto riguarda la viabilità: per esempio l’asilo nido comunale, senza corrente e senza riscaldamento, con il tetto che fa acqua da tutte le parti e i bambini piccoli dentro. Situazioni poco edificanti.
Per cui bene informare, ma prevenire? Non possiamo ogni volta che piove lanciare gli allarmi se poi, tra una pioggia e l’altra (e sono passati mesi) non si è fatta alcuna opera di prevenzione. Si è controllato che i canali di scolo fossero liberi? Che le caditoie non fossero ostruite? Che i letti dei torrenti fossero liberi da alberi e rami che potrebbero ostruire le campate dei ponti? E i ponti? Mi riferiscono del ponte sulla provinciale Boncore che mostra crepe molto preoccupanti con l’acqua sottostante che ha raggiunto livelli allarmanti. Perché non si interviene prima anziché limitarsi a lanciare l’allarme? Forse l’allarme sarebbe meno allarmante se si fosse lavorato di prevenzione.

Luca Craia