È pieno di entusiasmo il nostro giovane assessore all’ambiente, che
poi tanto giovane non sarebbe più visto che i trent’anni li ha maturati, ma in
un paese in cui i quarantenni zompano in piazza fino a oltre l’alba e si
lamentano per la condizione deprimente di loro ragazzi, il nostro è ancora in
fasce. E con questo entusiasmo (post)adolescenziale si muove sul palco della
politica nostrana facendo un gran polverone. Si occupa di ambiente, di lavori
pubblici, di urbanistica, di cultura. Si occupa di diplomazia con alleati e
avversari e in questo rimarrà leggendaria la sua sottile mediazione per evitare
che Sel lasciasse la maggioranza, mediazione a colpi di spumante e brindisi di
ben partiti.
Ne fa tante, il nostro giovane ingegnere, ma a ben vedere ne conclude
poche: Montegranaro è invasa da una foresta di erbacce, la differenziata è tutt’altro
che a posto, l’Ecocentro è partito lento lento e il paese a tratti sembra
Napoli ai tempi dei falò dell’immondizia. In fatto di lavori pubblici, a detta
stessa del titolare dell’assessorato, Aronne Perugini, aiuta quest’ultimo
troppo impegnato in Provincia ma i risultati ancora non si vedono, forse perché
non si riescono nemmeno a cambiare due lampadine bruciate. Per la cultura lo
abbiamo visto girare come una palla da flipper per tutta Veregra Street ma
nessuno ha ben capito quale sia stato il suo ruolo (anche se io una mezza idea
me la sono fatta, almeno per quanto mi riguarda).
E se tutto questo sbracciare e arrabattarsi non produce risultati
grandiosi, rischia anche di urtare la sensibilità di qualche collega. Beverati,
per esempio, si è visto rubare la scena durante il Festival e si è dato malato.
Un’indisposizione che potrebbe anche essere stata causata da una certa irritazione.
Ubaldi è scomparso, non si è fatto neanche una fotografia durante tutta Veregra
Street. Idem dicasi per Perugini, che è stato avvistato soltanto nei pressi
della raccolta firme contro il suo progetto, e non credo fosse andato a firmare.
L’ansia di comparire, il protagonismo a tutti i costi, misti a una
probabile voglia di darsi da fare reale, a volte possono nuocere. Probabilmente
il nostro virgulto politico lo imparerà strada facendo, ma per ora forse è
meglio che si calmi un po’. Per lui e per la sua stessa compagine.
Luca Craia