Non
sono una persona troppo melensa, chi mi conosce lo sa. Non amo le canzoni
d’amore che divulgano melassa a profusione ma in alcuni casi ascolto e cerco di
leggere fra le righe dei racconti e di ascoltare l’istinto che mi parla o resta
silente a seconda di come e di cosa mi viene raccontato .
In
questo caso mi sono fermata ad ascoltare, un po’ perché volevo dare un piccolo
appiglio ad un uomo che sta investendo tempo e dedizione nella ricerca di una
situazione che nonostante siano passati svariati anni è lì ferma immobile che
lo guarda e che gli scava l’anima come solo i sentimenti silenti e reali i
sanno fare, ed un po’ anche per dimostrare che gli uomini non sono proprio
tutti uguali nonostante la cronaca di questi ultimi tempi di cui mi sono
occupata solo pochi giorni fa.
Ma
procediamo con ordine: questo è il racconto di un amore nato 39 anni fa e mai
dimenticato, questo è il racconto di una semplice persona, una persona come
tante, questo è il racconto di un adolescente che ha questo tormento nel cuore
e che vorrebbe pronunciare la frase “ti ho ritrovata” nella sua esistenza.
Antonio
Cavarra abitava a Floridia (PA), nel 1975 era un adolescente di 16 anni che si
affacciava alla vita e che come tutti gli adolescenti ed aveva un forte
entusiasmo e una forte curiosità per le altre culture.
Un
pomeriggio si trovava in piazza, nella piazza della sua Floridia insieme ad un
amico, si parlava molto nei giorni precedenti di alcune persone che
sarebbero dovute arrivare e fare tappa nella loro terra, la Sicilia, per
effettuare un viaggio in bicicletta come si usa molto in Colombia, e lui
ed il suo amico erano in piazza ad attendere l’arrivo del bus che li avrebbe
condotti a Floridia.
Nel ’74
queste persone si erano recate in Spagna e successivamente sarebbero
arrivate li in Sicilia, quindi la loro cittadina si stava organizzando da un
po’ di giorni per accoglierli, ne parlavano i quotidiani del luogo e
l’entusiasmo era abbastanza alto, rappresentavano una bella novità.
Rivive
questi attimi con una voce entusiasta Antonio Cavarra intanto che me ne parla
ed ho la netta sensazione che il tempo per lui si sia fermato lì.
Questo
viaggio vedeva come protagonisti un padre di nome Marcantonio Navas, un figlio
di nome Jorghe Navas ed una ragazza ventenne all’epoca, di nome Isabel Navas.
Le
famiglie di Floridia con grande senso di ospitalità si erano fatte carico di
queste persone per assicurargli vitto ed alloggio ma anche per mostrargli la
loro terra.
I
cittadini erano informati di questa maratona ciclistica e si sono
organizzati per far sì che queste persone potessero essere accolte nelle loro
abitazioni per rendere loro la permanenza meno onerosa.
La
famiglia di Antonio Cavarra ospitò proprio Isabel Navas nella loro casa,
cedendo la camera di Antonio a questa ragazza ventenne che, insieme a suo padre
ed a suo fratello, stava effettuando questa maratona ciclistica in giro per il
mondo.
Trascorrevano
i giorni e furono compiute tappe che interessavano Palermo, Messina, oltre che
Floridia stessa.
Tappe
che vedevano protagonista suo fratello Jorghe e che consistevano nel girare in
tondo sulle piazze dei vari luoghi nel minor tempo a disposizione, senza
fermarsi e senza poter né bere e nemmeno alimentarsi; Antonio lo aveva
sempre accompagnato, incitato e sostenuto durante la loro permanenza.
Intanto
qualcosa stava cambiando nello suo sguardo, perché sentiva battere il cuore
forte ogni volta che incontrava quello di Isabel.
Erano
due adolescenti ed ai richiami di queste capriole del cuore era anche difficile
resistere così, giorno dopo giorno, conoscendosi e frequentandosi, videro
nascere questa bella storia d’amore pulita ed innocente, così come le grandi
storie d’amore devastanti ed intense che accadono a chi si affaccia a questo
sentimento per la prima volta nella vita.
Il
padre di Isabel snobbava un po’ la famiglia di Antonino nonostante questa gli
desse accoglienza e sostegno senza pretendere in cambio nulla, ma i due ragazzi
andavano avanti a far crescere ed alimentando questo amore adolescenziale così,
senza porsi troppe domande e senza sapere dove e se li avrebbe condotti da
qualche parte questa loro passione.
Si
amarono in modo intenso Antonio ed Isabe,l superando le barriere di culture
differenti, superando il fatto che il loro viaggio iniziato a Bogotà non era
ancora giunto a compimento e sicuramente li avrebbe annientati a causa delle
mille difficoltà che avrebbero dovuto superare, ma l’amore era più grande di
loro e ci si erano tuffati senza tenere conto di nulla.
Antonio
fa rivivere le loro passeggiate, i loro sogni, le loro ambizioni così
semplicemente che mentre me ne parla lo vedo rincorrere questi momenti, sento
anche l’amarezza a tratti della sua voce quando si incrina nel proseguimento
del racconto.
Una
mattina i Navas decisero di ripartire, il loro viaggio deve proseguire. Qui
iniziano le dolenti note perché questo voleva sicuramente dire che i due
avrebbero dovuto separarsi, e quando si vive qualcosa di unico e magico la
separazione non può essere indolore a quell’età, e 39 anni fa, forse, dietro
alla parola amore c’era davvero qualcosa di differente, di più profondo,
qualcosa che avrebbe solcato l’anima e la continua a solcare nonostante gli
anni trascorsi.
Ripartirono
i Navas e risalirono lo stivale in direzione Toscana. Isabel continuava a
chiamare Antonio al telefono quasi tutte le sere, per quattro mesi i loro
contatti restarono stabili e la distanza continua a non rappresentare un
ostacolo alla loro storia.
Antonio
era un ragazzo di soli 16 anni però, con la scuola da frequentare, con una
famiglia che provvedeva al suo mantenimento e che resasi conto che quella non è
una storiella estiva ma che continua ad albergare nel cuore e nella testa del
loro figlio, non riusciva a fare a meno del porre ostacolo al sentimento e
cercare di riportare con i piedi per terra questo ragazzo sognatore.
Questo
lavorio mentale iniziò ad insinuare dubbi nella mente del ragazzo, che proseguì
gli studi e che subito dopo la scuola, trovò un lavoro anche per contribuire
con la famiglia al suo mantenimento.
Una
sera Isabel chiamè Antonio e lui senza rifletterci molto, con l’impeto di
un giovane ragazzo e dopo tutte le pressioni subite in famiglia, dice ad Isabel
di voler sospendere quel rapporto con lei. Si interruppe così una storia
d’amore che avrebbe voluto invece proseguire, senza una vera motivazione da
parte sua, ma solo per non aver avuto la forza ed il coraggio di osare e di
sfidare tempo e distanza.
La
famiglia di Antonio Cavarra ha continuato a vivere in quella casa fino a 10
anni fa. Vi era ancora sua madre ed è stata proprio la morte di
quest’ultima l’occasione per recarsi nuovamente a Floridia.
Quella
casa è tutt’ora abitata da una sorella, il numero di telefono non è mai stato
sostituito e la mente di Antonio continua a porsi un mucchio di domande. Isabel
potrebbe averlo cercato ancora ma potrebbe anche aver ricevuto della brutte
risposte dalla sua famiglia e lei potrebbe essere stata vittima di silenzi che
non hanno mai dato la possibilità ad Antonio di saperne nulla, ma soprattutto
non hanno mai dato ad Antonio la possibilità di sapere se lei si fosse arresa
oppure se abbia continuato a cercarlo esattamente così come da ben 39 anni sta
facendo lui.
Mi sono
fermata ad ascoltare perché ravvedo la costanza, l’impegno, la volontà di
sapere e di chiedere scusa ad una donna che lui non ha avuto il coraggio di
continuare ad amare, sì perché Antonio vorrebbe poter riuscire a dire solo
questa parola: scusami per non essere riuscito a sfidare le avversità che al
tempo vedevo come ostacoli insormontabili.
La vita
di Antonio è proseguita certamente, ha abbandonato la Sicilia subito aver
conseguito il diploma, è diventato un cittadino del mondo,si è spostato sempre
ed ha viaggiato sempre forse anche per inseguire questo sogno di poter
riabbracciare la persona che la sua vita l’ha segnata profondamente fino al
punto di scegliere a distanza di tanti anni come tappa definitiva la Svizzera.
Ora
Antonio vive lì e ci vive perché il sogno di Isabel era proprio questo:
studiare medicina e trasferirsi a vivere in Svizzera. Lui è li dal 2007 e in
qualche modo sta aspettando la possibilità di riscattarsi e di spiegare ad
Isabel le ragioni per cui lui ha interrotto in modo brusco ed a telefono questa
storia che lo vede ancora adolescente alla ricerca di un perdono meritato
poiché vittima anche lui di imposizioni famigliari che all’epoca non era in
grado di contrastare.
Antonio
ha 55anni ora e Isabel 59, ma Isabel dov’è?
La sua
ricerca prosegue da sempre ed in questo ultimo anno in modo più intenso,
facendosi aiutare da radio libere, da qualcuno che ha la volontà di ascoltare
questo racconto e farlo in qualche modo proprio regalandolo anche agli altri,
sfruttando la piattaforma di fb, insomma in qualunque modo fosse possibile
arrivare ad Isabel.
Antonio
sa che questa persona potrebbe avere una vita sua, non vuole in alcun modo
urtare la sua privacy vuole solo scusarsi per non aver saputo farsi valere come
avrebbe dovuto.
Insiste
su questo aspetto e quando io gli faccio notare, facendo un po’ l’avvocato del
diavolo, che in lei potrebbe essere non restata nessuna traccia di questa
relazione lui mi dice: «non importa, la sola cosa che a me interessa è
scusarmi e farle sapere quanto ci ho tenuto e ci tengo realmente a lei al punto
di aver fatto il suo sogno di vivere in Svizzera il mio e di averlo realizzato
comunque per lei».
Non amo
la melassa ma amo la coerenza, amo vedere che al mondo esistono ancora della persone
che non si arrendono e non smettono di credere nei sogni,amo sapere che
chiunque leggerà questa sua testimonianza ne resterà ammirato per la
rettitudine con cui la vita trafficata di Antonio si è svolta, amo non dedicare
tempo a personaggi noti ma a far diventare protagonisti tutti coloro che
realmente arrivano al cuore e ne lasciano traccia proprio come ha fatto Isabel
sul cuore di Antonio ha lasciato tracce indelebili che lo hanno reso così
bello.
Le
ricerche sulla famiglia Navas arrivano fino agli anni ’80, data in cui
Marcantonio Navas a bordo di una moto ha attraversato Taiwan nel 1977,
invece, dopo la Toscana
in cui gli eventi delle maratone ciclistiche erano sponsorizzati dalla Latina
Assicurazioni i tre risultavano essere in Inghliterra da allora nessuna
notizia.
Saranno
molte le Isabel che si identificheranno in situazioni come questa, in un amore
adolescenziale strappato dal cuore con forza,saranno molte le Isabel che non
sapranno mai che a volte è la vita a decidere per te, saranno molte le Isabel
che non sapranno mai quanto sono rimaste invece presenti nello scorrere della
vita di chi le ha tanto amate e forse le ama silenziosamente ancora,ma la Isabel giusta almeno
SCUSAMI deve sentirselo dire e se questo racconto potrà contribuire a questa
cosa riempirà il cuore di tutte le altre Isabel che ancora continuano a credere
nella magia dell’amore.
Lo dico
ad Antonio alla fine del nostro dialogo: «Non posso prometterti nulla, sono
poca cosa io ma se questo potesse aiutare qualcuno a riconoscersi o se chi per
essa potesse contribuire a darti un po’ di serenità sarebbe bellissimo!»