Vorrei fare un breve viaggio sorvolando le varie segreterie dei
partiti o dei movimenti che operano sul territorio cittadino così, da
osservatore esterno, visto che l’ultima tessera che ho avuto era quella del PRI
e non l’ho più rinnovata dall’ormai lontano 1993. Così, con buona pace di chi
mi infila mio malgrado dentro questo o quel partito o movimento che sia, mi
tengo il mio interessato distacco e dico quello che penso, con la massima
sincerità e onestà intellettuale. Del resto chi mi segue da tempo sa che questo
blog è nato per svolgere funzione critica e costruttiva, non certo per lodare e
incensare chi governa. Così è stato per l’amministrazione Gismondi, che si è
presa critiche ferocissime da queste pagine, e così è per l’attuale
amministrazione. La differenza non sta nella causa (il blog) ma nell’effetto:
le reazioni incredibili che registriamo alle critiche, reazioni che, con
Gismondi, non c’erano o erano di altro tenore, più costruttivo. Poi se a
qualche amministratore un po’ più suscettibile e permaloso del normale piace
accusarmi di favorire questo e quello rispondo indicando la storia di questo
blog che parla da sola. Oppure chiedete a Gismondi o Lucentini quanti scontri
abbiamo avuti e quante critiche si sono presi da me. E se le prenderanno
ancora, se dovessero tornare al governo, questo è certo, così come chiunque
altro. Non sono qui a lodare ma a sottolineare quelli che penso siano errori,
magari sperando di correggerli.
Ma veniamo a questo viaggio planato sulle realtà politiche
montegranaresi partendo proprio dal Pd,
che dovrebbe essere (ma si fa fatica a stabilirlo) la prima forza politica
cittadina. C’è ancora una segreteria? DI certo c’è un segretario, Roberto Basso,
che fa anche l’assessore. Basso è succeduto a Stefania Franceschetti dopo una
battaglia interna piuttosto sanguinolenta (tanto che, al contrario di quanto
accade di solito, la notizia è trapelata dalle mura di Palazzo Francescani) che
ha portato all’uscita totale e plateale del gruppo dei “Franceschetti’s” dalla
segreteria stessa (ma non dal partito).
La domanda è: quanto conta Basso all’interno del Pd? Secondo me poco,
ma del resto la figura del segretario del Pd montegranarese ha sempre contato
poco, mentre c’erano altri personaggi di calibro più grosso che muovevano da
dietro. Senza andare troppo indietro nel tempo, proprio nella penultima
segreteria, quella piuttosto duratura dei Franceschetti’s, il segretario era
Stefania ma a comandare ci pensava Fausto. Così ora non c’è da meravigliarsi se
il segretario è Basso ma a comandare c’è Perugini. Solo che prima, almeno, c’era
un partito. Ora che c’è? La sezione giovanile è scomparsa, non dà segni di vita
da tempi immemorabili. Il giornalino di partito non si è più visto. Attività
esterne come conferenze, convegni, incontri con la popolazione sono ricordi
lontani. Insomma, il Pd montegranarese, che sempre è stato ben chiuso dietro la
porta delle scale di Palazzo Francescani, ora ha messo pure qualche
chiavistello. Conseguenza? Perugini è ben felice di fare il Presidente a Fermo
ma a Montegranaro imperversa l’alleato Ubaldi. Insomma, l’immagine del Pd viene
data da un uomo di estrema destra. Che vota Cesetti.
Di Ubaldi ho già parlato
sopra e sarebbe anche improprio analizzarlo come movimento o partito visto che
non è né l’uno né l’altro. Però un apparato c’è, un gruppo che lavora pure e,
in quanto a peso politico, pesa eccome. A dispetto delle qualità amministrative
e politiche del leader, il gruppo di Ubaldi si è mosso bene, forse proprio
approfittando della debolezza dell’alleato Pd, e sta piazzando pedine su pedine
nel tessuto sociale montegranarese. All’interno della giunta conta molto, visto
che il governo della città è sostanzialmente affidato a due consoli di cui uno
è, appunto, Ubaldi e l’altro l’inarrestabile Perugini. Il Sindaco c’è perché ci
deve stare, ma se ne potrebbe fare a meno. Diciamo quindi che, nonostante
Ubaldi stesso, il suo gruppo si muove bene, almeno per quanto riguarda l’occupazione
del potere. Dal lato amministrativo non c’è bisogno che ripeta qui quello che
ho già detto abbondantemente in precedenza.
Sel è scomparsa. Le ultime
elezioni hanno mostrato un partito che non alza più voti e questo va
enormemente a discapito dello già scarsissimo peso che ha in maggioranza. È il
cane che si morde la cosa: rimanendo in questa maggioranza di cui, è evidente,
è stata messa ai margini Sel perde consensi; perdendo consensi perde ancora più
peso in maggioranza. In buona sostanza non si capisce che ci sta a fare, tanto
più che non è determinante. Eppure la sinistra sinistra ha un bel gruppo,
giovane e capace. Eros Marilungo è una persona che merita stima e non ho timore
a dirlo. Sara Di Chiara appare piena di volontà. Perché non puntare su questo
gruppo e cercare di rilanciare il partito, anziché appiattirsi dentro una
maggioranza che non lo rispetta e lo danneggia? Inspiegabile.
Viviamo Montegranaro è un
movimento che nasce sì dalla passata esperienza di governo di Gastone Gismondi,
ma che oggi dimostra degli assestamenti interessanti anche se non proprio
facili da capire, essendo presenti nell’associazione, a cui il gruppo
consigliale fa riferimento, elementi appartenenti alla Lega Nord, come quello
stesso Mauro Lucentini già superassessore con Gismondi e oggi elemento
fondamentale sia in Consiglio che fuori. Il problema è fare i conti con il
passato, perché, diciamolo, l’amministrazione Gismondi non è stata così
brillante e qualche accusa che gli viene mossa è motivata. Fare opposizione con
questi presupposti non è semplicissimo, anche se, trovandosi di fronte chi
continua ad accusarti come se stesse ancora in minoranza e poi, quando governa,
riesce a fare peggio di te, semplifica le cose.
Il Movimento 5 Stelle ha
passato un primo anno piuttosto fiacco. Non per mancanza di iniziativa ma per
scarsa incisività in consiglio e una strategia di comunicazione da rivedere. Pecca
di inesperienza, per ammissione degli stessi attivisti, e punta a migliorare.
Qualche errore di troppo, come l’ultima candidatura della Vecchiola alla casa
di riposo, qualche ingenuità, come il ritiro della mozione sulla commissione
per i debiti ma, soprattutto, un evidente necessità di affinare tecnica e
stile. Problemi evidenti di comunicazione, troppo incentrata su questioni a
carattere nazionale a discapito dell’azione locale, e la necessità di uscire più
tra la gente, farsi conoscere, portare dei messaggi. Carlo Pirro, il nuovo
consigliere comunale in surroga al dimissionario Marilungo, ha delle qualità politiche
e oratorie. Vedremo se ciò porterà a una evoluzione positiva. Se fosse, visti i
numeri delle ultime elezioni, possono mettere paura a tutti.
Luca Craia