Ho letto con interesse le
dichiarazioni dell’assessore al centro storico Beverati circa l’intenzione di
attivare un processo di coinvolgimento dei privati proprietari di immobili
fatiscenti nel centro storico e di metterli in contatto con potenziali
acquirenti. È un ragionamento corretto che potrebbe dare dei risultati. Del
resto anche lo stesso ex sindaco Gismondi si era mosso in questa direzione nell’ultimo
periodo del suo mandato riuscendo in questo modo a risolvere l’annosa questione
dello stabile di via Palestro – via Don Minzoni col tetto sfondato. Quindi la
logica e l’esperienza indicano come positiva l’idea dell’assessore.
Mi sarei, però, aspettato che il
ragionamento di Beverati proseguisse e si articolasse maggiormente. Infatti, se
questo intento può essere considerato un buono strumento per il recupero
globale del centro storico non può certo essere visto come la soluzione ma solo
come parte della soluzione stessa. La questione del centro storico è
estremamente complessa e riassume in sé problematiche di varia natura di cui
quella urbanistica è solo una parte rilevante. È quindi evidentemente
necessario avere una visione di insieme molto più ampia di quella che
intravediamo dalle dichiarazioni dell’architetto Beverati.
Risulta, infatti, piuttosto
improbabile che un investitore possa essere attratto da un progetto immobiliare
dove l’acquisto di uno stabile da ristrutturare, ancorchè acquisibile con costi
pari a zero (Beverati parla di un prezzo simbolico di 1 €), possa di
controcanto essere aggravato da altri tipi di problemi quali le condizioni di
edifici confinanti e disabitati di cui si è persa traccia della proprietà, la
presenza di animali infestanti, di guano, di sporcizia, la scarsa manutenzione
urbanistica da parte dell’istituzione per non dimenticare la questione sociale
di cui, comunque, nel centro storico si deve tenere conto.
Sto semplificando perché parlare
di soluzioni per il centro storico non può essere ridotto a poche righe su un
blog, ma certamente l’idea dell’Assessore, per quanto condivisibile, non può
essere considerata come risolutiva. Sono altri gli interventi che vanno attuati
prima di pensare ad una mediazione tra privati da parte del Comune, primo fra
tutti l’incremento dell’attenzione da parte del Comune stesso sull’igiene e il
decoro urbano nel quartiere. Beverati certamente è ben conscio del fatto che,
in mancanza di misure idonee per rendere un investimento nel centro storico
appetibile, difficilmente si potranno trovare investitori.
Del resto la politica richiede
quantomeno la rappresentazione dell’interesse e le sue dichiarazioni hanno
tutta l’aria di essere un palliativo per placare i mai sopiti malumori dei
residenti nel centro storico. Mi auguro che, ciononostante, si stia quantomeno
pensando a soluzioni più complesse e articolate che vedano anche il
coinvolgimento attivo dei cittadini e delle associazioni, come la mia, che da
anni si occupano delle problematiche legate al paese antico e ne conoscono
piuttosto approfonditamente le varie sfaccettature.
Luca Craia