Montegranaro attira la musica
barocca, un po’ per via dell’architettura delle nostre chiese, un po’ perché dire
barocco forse è dire tutto e niente, vista la mole di produzione musicale del
periodo inquadrabile nello stile, vuoi per la presenza del piccolo ma notevole
organo di Vincenzo Paci posto in San Francesco dove stasera si è assistito un
bel momento musicale, inserito nella rassegna Il Fermano in Musica e voluto dall’associazione Arte
Cultura Mestiere presieduta da Milko
Vitali.
Probabilmente a causa della mia sostanziale
profanità, apprezzo molto di più, nella musica classica, l’interpretazione del
manierismo e del perfezionismo. Stasera, nonostante possa ritenere pressoché perfetta
l’esecuzione dei due musicisti, ho realmente goduto dell’interpretazione.
Francesco Cingolani, giovane
organista recanatese, è entusiasmante sulla tastiera. Suona con l’enfasi che
sarebbe d’uopo a chi sente la musica mentre la suona. Mi piace immaginare, ad
esempio, Bach come un musicista moderno, come u rocker indiavolato: mi vedo il
buon Johann Sebastian pestare i tasti del suo organo come fosse un John Lord di
qualche centinaio di anni fa. Ecco, questo fa Cingolani: suona con la passione
di chi sente la musica, lo vedi e lo senti che ci mette l’anima. E questo
trasmette emozioni. Se ne gode.
Lei, Alice Fabretti, è stupenda.
Una voce insospettabilmente potente con un timbro soave. E sa quello che canta,
cosa non da poco. Interpreta, da enfasi, gorgheggia, spinge il diaframma per
poi calare l’intensità e spiazzarti, dandoti il sentore di quello che sente lei
mentre canta. Senti il suo cuore che batte, mentre canta. Non è questo quello
che si chiede a un interprete? Che dire, deliziosa.
Un bel momento, ce ne fossero a
Montegranaro. Il solito esiguo pubblico del quale siamo usi accontentarci e
teniamo duro, a provare a portare cultura buona in questo paese. Bravo Milko
Vitali. Insistiamo.
Luca Craia