La sala dell’Oratorio San Giovanni Battista era quasi piena ieri sera
per l’assemblea sul centro storico voluta da Arkeo, per cui c’è da essere
soddisfatti. Ma anche le presenze vanno analizzate, per capire a chi e in che
misura interessa il problema del centro storico montegranarese. C’era tutta la
minoranza: SEL, “bassiani”, Movimento 5 Stelle e Viviamo Montegranaro, quest’ultimo
presente in maniera massiccia. C’era l’assessore al centro storico Giacomo
Beverati, unico rappresentante della giunta che governa il paese, c’era il
Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli, c’era qualche residente,
non molti in verità. Non c’era alcun rappresentante delle altre associazioni
culturali, nemmeno di quelle che si occupano di centro storico.
Analizziamo partendo dall’ultimo dato: se le associazioni culturali
non si interessano al centro storico è un bel problema. Se non se ne
interessano, almeno in questa particolare occasione, quelle che se ne occupano
per loro stessa natura significa che stiamo perdendo tempo. Tutti quanti. Perché,
per quanto ci possano essere rapporti difficili (talvolta questo è un
eufemismo), un’occasione di dibattito tra forze sociali e politiche va
sfruttata, se non altro per dire la propria. Questo è il dato più amaro.
Poi c’è da analizzare l’esigua presenza di residenti. Lo abbiamo detto
più volte: c’è scoramento, scoraggiamento, rassegnazione. Sono anni che i
residenti del centro storico sentono chiacchiere e non vedono fatti o ne vedono
pochi. Non ci credono più e sono stanchi di parlare al vento. Poi c’è il clima
avvelenato della politica montegranarese, fatta di tifoserie opposte, dove uno
che vota X non può nemmeno avvicinarsi a Y e viceversa. Anche qui il dato è
amaro.
La politica ha risposto bene e il dibattito da questa angolazione è
stato importante e costruttivo. Ma dell’Amministrazione Comunale c’era solo
Beverati, pare perché gli altri “non sono stati invitati ufficialmente”.
Nessuno è stato invitato ufficialmente, nemmeno Beverati né tantomeno Antonelli,
non lo faccio mai. Se l’argomento interessa si partecipa, l’invito a volte
sembra un precetto. Quando organizzai l’assemblea per l’antenna a San Liborio
nessuno della maggioranza fu invitato eppure c’erano tutti. In questo caso ne
deduciamo che l’argomento centro storico non interessa a Sindaco, Vicesindaco e
compagnia, o, quantomeno, non interessa loro discuterne al di fuori delle mura
del Municipio. Lo sospettavamo.
Il dibattito è stato acceso ma costruttivo e sono state portate
argomentazioni interessanti e proposte valutabili. Quello che è risultato
evidente è che manca una progettualità complessa, non c’è una visione di
insieme e lo stesso assessore ha dichiarato che, se non riuscirà in tempi brevi
almeno a sistemare uno stabile pericolante realizzando al suo posto una
piazzetta è pronto alle dimissioni. Se il progetto è tutto qui, il progetto non
c’è. E lo dimostrano i numeri e gli investimenti, finora prossimi allo zero.
Beverati e Antonelli si sono detti chiaramente contrari al progetto di
rifacimento di viale Gramsci, per il quale si è chiesto da ogni parte di
dirottare i fondi verso il centro storico e verso interventi, se non
risolutivi, che comincino a creare i presupposti per la soluzione. Ma da lì a
bocciarlo ce ne passa, ci vuole coraggio e ci si deve assumere una forte
responsabilità politica. Si teme di mettere in crisi la maggioranza, il che
significa che esiste una sorta di fiducia imposta sulla questione da qualcuno
che ci tiene molto, altrimenti un voto contrario non farebbe cadere una
maggioranza stabile. C’è da scegliere se rispettare gli impegni presi con gli
elettori (Beverati raccoglie molti voti in centro storico) o con i propri
alleati. Oppure trovare la media tra le due cose.
Intanto il centro storico attende. Lo fa da anni e, anno dopo anno,
peggiora. La minoranza consiliare sta parlando del problema e lo sta ponendo
come obiettivo prioritario. Poco non è.
Luca Craia