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venerdì 16 settembre 2016

Un’altra stagione senza cinema a Montegranaro



Credo che un paese come il nostro, che si vanta di tante eccellenze, di essere capofila nel distretto calzaturiero, motore di una zona geografica e culturale, e di questi vanti, in un passato anche recente, poteva averne pienamente ragione, non possa permettersi di non avere una sala cinematografica funzionante. Credo che questo costituisca un motivo di vergogna e, infatti, da montegranarese me ne vergogno.
So, perché è stato detto, che per comprare il proiettore digitale, il particolare che serve per far funzionare il La Perla come cinema, oltre che come teatro, occorrono circa 70.000 Euro. Cifra ragguardevole, per carità, ma con un accordo col gestore si potrebbe dimezzarla. Ora io mi rifiuto di credere che un Comune come Montegranaro, che si permette il lusso, per esempio, di elargire contributi di qualche migliaio di Euro ad associazioni amiche solo per il fatto che sono associazioni amiche e per eventi che riscuotono interesse pari a zero, non riesca a trovare, tra le pieghe del bilancio, 35.000 Euro per rendere funzionante la sala cinematografica.
Ricordo che il cinema, in un paese come il nostro, se ben gestito potrebbe essere uno dei volani per rendere vivo il centro nei fine settimana, portando gente e facendo girare la piccola economia commerciale di piazza e viale Gramsci. Ma, al di là del discorso economico, non si può rivitalizzare il centro storico se non si danno servizi ai cittadini e motivi validi per frequentarlo. Non è certo con le discoteche estemporanee e notturne di Veregra Street che si può ridare vita al centro di Montegranaro, occorrono proposte sistematiche e continuative. Una di queste, fondamentale, è il cinema.
Una questione culturale, quindi, che si lega a doppio nodo con quella del centro storico. Guarda caso le due deleghe appartengono allo stesso assessore. Che però, su entrambi gli argomenti, fino a oggi ha fatto sentire solo un po’ d’aria.

Luca Craia

mercoledì 10 febbraio 2016

Beverati: poche idee e niente soldi.



A parte il fatto che dichiarare che Montegranaro sia un paese a basso livello di scolarizzazione e farlo sul giornale, dall’alto della carica di assessore alla cultura, mi pare un pelino offensivo e, oltretutto, ingiusto nei confronti di un paese (vorrei vedere a quali dati ci si riferisce), leggo le dichiarazioni di Giacomo Beverati (e lo faccio senza assopirmi, incredibile ma vero) rilasciate oggi sul Corriere Adriatico e mi chiedo se crede davvero a quello che dice oppure ci sta rifilando la solita tiritera che dice tutto e niente allo stesso tempo.
In effetti propenderei più per la seconda ipotesi, mantenendo la mia stima per l’intelligenza del nostro architetto.
Beverati ha fino a oggi gestito l’assessorato al centro storico in maniera umiliante (per lui) visto che, in ormai due anni di delega, non ha avuto mai un centesimo da spendere. E la cosa, nonostante quello che dichiara sul giornale, non pare destinata a migliorare, visto che in bilancio non c’è una voce che destini fondi per il centro storico. Va un po’ meglio con la cultura, appena assegnatagli, ma solo perché, per fortuna, c’è una tale ricchezza di associazioni culturali (costituite da gente di bassa scolarizzazione, probabilmente) che il panorama è vivacissimo nonostante la pressochè totale inattività del Comune.
Quindi leggere di una progettualità che non può esserci per il semplice fatto che non ci sono soldi per essa, mi lascia perplesso, anzi, mi suona un po’ da presa in giro. Eppure, torno a ribadirlo, Beverati aveva un gran bel progetto per il centro storico, lo presentò nel programma elettorale del 2009, quando si candidò sindaco con scarso successo. Era un progetto ben articolato che, con le dovute attualizzazioni, potrebbe andare bene anche oggi. Ma Beverati sembra esserselo scordato, così come i suoi alleati di governo che lo erano anche nel 2009 e condividevano quell’idea. Si sarà persa in qualche cassetto o forse è stata superate da altre convenienze politiche. Chissà.
Case a un Euro, brand unici per la promozione turistica, contaminazioni tra cultura e manifatture, sono tutte idee condivisibili ma se non sono legate da una visione di insieme più ampia, da un progetto più articolato e, soprattutto, se non vengono finanziate in bilancio, sono solo parole al vento, aria fritta. Consiglierei all’architetto Beverati di provare a pesare un po’ di più in giunta, non accontentandosi di superassessorati che lo sono solo sulla carta. Faccia pressioni e si faccia dare spazio in bilancio. E se non ci riesce sia coerente e chiuda la porta con una maggioranza che, fino a oggi, lo ha politicamente maltrattato. Almeno così potrebbe recuperare un po’ di credibilità.

Luca Craia

venerdì 5 giugno 2015

Bello il cartellone degli eventi estivi di Montegranaro! E quello di Veregra Street dov’è?



Un post breve breve solo per rimarcare il fatto che, mentre altrove circolano già da tempo manifesti e locandine riportanti il programma culturale e ricreativo per l’estate, a Montegranaro ancora non se ne parla. Non si sa se esiste un cartellone o no e la cosa è piuttosto grave. Infatti se esiste e non se ne parla si è in notevole ritardo ed è il solito spreco di energie e risorse (vedi la Settimana della Cultura, che se la sono organizzata per loro stessi e i loro amici, a spese nostre). Se invece ancora non esiste il problema è ancora più serio e sottolinea ancora una volta la necessità di assegnare la delega per la cultura. E non mi si dica che c’è Veregra Street, perché dopo Veregra Street il mondo continua a girare. A proposito: nemmeno il cartellone di Veregra Street gira, e mancano due settimane.

Luca Craia