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giovedì 19 febbraio 2015

La corriera dei ricordi



Quando stamane ho visto la foto pubblicata da Giacomo mi è preso un mezzo colpo: la SAM ha cambiato nome? Poi mi sono tranquillizzato vedendo che sono solo due, per ora, i mezzi che hanno mutato livrea, passando dalla storica scritta SAM alla nuova e più accattivante Virgilio. Molto bella, quella nuova, sia la livrea che il marchio. Però mi è preso un colpo lo stesso: la SAM è davvero un pezzo importante della storia recente del nostro paese e vederla soppiantata, anche se solo in piccola parte, fa un po’ tristezza. Non so se in futuro tutti i mezzi dell’autolinea montegranarese avranno le nuove colorazioni e la nuova scritta, anche fosse sarebbe il naturale evolversi delle cose. Ma la scritta SAM significa molto per me come, immagino, per molti dei miei concittadini.
La SAM mi portava al mare da ragazzino: mi ricordo che cercavo di salire per primo per potermi sedere accanto all’autista (che spesso era proprio quel Virgilio, il titolare, che avrà ispirato il nuovo nome, maestro di scuola e di vita, splendida persona) su quel vecchio macinino che si apriva ai passeggeri con una porta centrale e una in fondo, porte rigorosamente con l’apertura a maniglia. Sedersi accanto all’autista equivaleva ad avere la sua stessa prospettiva della strada perché davanti a te c’era solo il parabrezza. Un’angolazione privilegiata. Ci si sedeva a sinistra perché quello strano mezzo aveva la guida a destra. E in mezzo, tra il passeggero così fortunato da essersi accaparrato il sedile monoposto di primissima fila e il conducente, c’era il vano motore, rialzato, che faceva un rumore infernale e vibrava. Sopra potevi metterci le tue cose, perché c’era un ampio spazio portaoggetti delimitato, per non farli cadere, da una modanatura cromata. La corriera era corta, coi sedili in pelle (o forse finta pelle, chissà) e i portabagagli sopra le file di poltroncine realizzati con assi di legno a vista. Niente aria condizionata, solo manovelle per aprire i vetri dei finestrini.
La SAM mi portava a Civitanova la domenica, a trovare la mia ragazza che mi raggiungeva anch’ella con la corriera. Era un viaggio pieno di aspettative, col romanticismo che si ha da adolescenti. E quello di ritorno, la sera della domenica, era triste e malinconico, ma aveva la sua dolcezza, la sua bellezza.
La SAM è nei miei ricordi tramandati verbalmente, dei racconti degli anziani che parlavano del ponte sull’Ete prima di varcare il quale occorreva scendere per alleggerire la corriera. La corriera dei racconti di mia madre, che parlavano di gite primaverili, di amici e di canzoni, di “Quel mazzolin di fiori” cantato a squarciagola alla fermata di Casette d’Ete perché i locali, per qualche inspiegabile ragione, mal sopportavano quel canto. La SAM che riportava a casa mio nonno dalla stazione dopo essere stato, col suo campionario di scarpe artigianali, a farsi un mezzo giro d’Italia in treno.
Ogni montegranarese avrà una valigia di ricordi legata a quelle corriere azzurre, valige come quelle che venivano poggiate sui portabagagli sopra i sedili. Ricordi di viaggi scolastici, di andate e ritorni dal mare d’estate con le ciabatte insabbiate e la salsedine sulla pelle, il caldo delle lamiere e l’aria sparata in faccia dai vetri aperti. Quella scritta, SAM, è nei nostri cuori. Chissà, forse piano piano Virgilio prenderà il suo posto. Ma lo zio SAM rimarrà incancellabile porzione del sangue montegranarese.

Luca Craia

venerdì 19 settembre 2014

Disservizi STEAT. Oggi corriera in panne. E gli autobus restano stipati.



L’atteggiamento letto ieri sui giornali da parte della società che gestisce i trasporti scolastici non è certamente accomodante. Giustifica il proprio operato con motivazioni opinabili e addossa la responsabilità sugli utenti rei di scegliere liberamente quale autobus prendere (ricordiamo che, in base all’autobus che si prende si rientra a casa prima o dopo, e alle 14 e passa credo sia legittimo scegliere di prendere quello che arriva prima). Non solo, lancia la sfida contro quegli studenti che, invero esagerando, hanno minacciato azioni di forza (non condivisibili, ben inteso).
Oggi la corriera da Fermo a Montegranaro era piena come negli altri giorni, segno che la Steat non ha inteso prendere alcun provvedimento. Solo che oggi è capitato un fatto nuovo: un mezzo s’è rotto, forse proprio per il sovraccarico. In soccorso ne è giunto un altro di dimensioni decisamente più piccole, per cui immaginate voi le condizioni dei ragazzi.
La Steat è perfettamente a conoscenza del numero degli utenti che dovrà servire o, almeno, dovrebbe esserlo fin da prima dell’inizio delle lezioni, visto che è la stessa Steat a vendere gli abbonamenti. Non mi pare cosa strana fare il conto (tanti abbonamenti)=(tanti utenti a bordo). Perché il primo giorno di scuola si debbono stipare gli autobus fino all’inverosimile? Posto che si può anche sbagliare qualcosa, perché al venerdì ancora non si è rimediato? Altra domanda: dov’è la polizia in questo caso? Il sovraccarico dei mezzi pubblici è illegale, o sbaglio?
Spero che la Steat cambi atteggiamento, che capisca di avere torto in abbondanza, che comprenda che, prima di tutto, deve rispetto ai propri clienti/utenti, e che provveda fin da subito al ripristino di una condizione normale di servizio. Non sono d’accordo con le azioni di forza minacciate dagli utenti fino ad ora. Ma credo sia necessario spingere sugli organi di controllo, siano essi la Polizia Stradale o la Regione che eroga finanziamenti per il servizio di trasporto degli studenti affinchè ognuno faccia la sua parte per restituire il diritto di viaggiare in tutta sicurezza ai nostri studenti. E questo lo dobbiamo fare noi cittadini e lo deve fare anche la politica che, fin a questo momento, non si è mossa.

Luca Craia