La situazione
dell’ordine pubblico nella zona del Fermano, nonostante i dati più volte
diffusi in maniera ufficiale che dovrebbero sembrare tranquillizzanti in quanto
fotografano una criminalità in regresso, continua a riempire le cronache dei
giornali. In effetti la popolazione ha una percezione ben diversa rispetto ai
dati diffusi, e ciò probabilmente è imputabile all’assuefazione che i cittadini
provano di fronte alla mancanza di provvedimenti giudiziari contro chi compie
reati, assuefazione che fa diminuire le denunce ma non i reati.
Anche per
quanto riguarda i membri delle due bande criminali che si sono ripetutamente
affrontate sia a viso aperto che con reciproci attentati lungo la costa fermana
e maceratese, in particolare nella zona di Lido Tre Archi, leggiamo da Il Resto
del Carlino che soltanto uno dei tanti delinquenti coinvolti è stato fermato,
mentre tutti gli altri se la sono cavata con una denuncia. Eppure si tratta di
gente pericolosa, che va in giro armata, che si affronta con una violenza
inaudita con coltelli e machete, che dà fuoco a negozi, che traffica con droga
e chissà che altro. Ciononostante questi personaggi restano il libertà, liberi
di reiterare i reati e di condurre i loro traffici.
Le forze
dell’ordine, nonostante le dichiarazioni di facciata di Questura e Prefettura,
sembrano disarmate di fronte a questa criminalità, una criminalità composta per
la stragrande maggioranza da stranieri che, oltre alla paura che normalmente i
gesti criminali incutono alle persone per bene, crea tensione sociale e
danneggia in maniera forse irreparabile ogni processo di possibile
integrazione. I Carabinieri e la Polizia stanno facendo enormi sforzi per
arginare questi fenomeni ma questi sforzi sembrano vani se, a seguito delle
azioni di indagine e repressione della criminalità, non corrispondono
provvedimenti giudiziari adeguati.
E a
Montegranaro abbiamo poco da stare tranquilli, visto che ben due persone
coinvolte nella guerra tra bande di Lido Tre Archi risiedono nel nostro comune.
In un mondo perfetto queste persone vivrebbero emarginate, anche dalla loro
stessa comunità straniera, reietti e inaccettati perché inaccettabili. Ma
sappiamo che non è così. E il senso di insicurezza cresce.
Luca
Craia