L’abbiamo sempre chiamata “Il Barocci di Sant’Ugo”, la tela che, a
intuito, attribuivamo appunto al Barocci e che, anche se informalmente, anche
il professor Sgarbi ha ritenuto attribuibile al grande pittore barocco. Ricordo
bene come la trovai la prima volta che entrai a Sant’Ugo, nel 2010, per
ripulirla e riportarla alla luce: era buttato per terra addirittura con la
parte dipinta a contatto col pavimento (infatti ora risulta piuttosto graffiato),
sporco e pieno di ragnatele. Lo abbiamo pulito, coi ragazzi di Città Vecchia, che avevo appena fondato, e
riappeso al muro con la consapevolezza che quello non era il suo posto. Ma la
chiesa di SS.Filippo e Giacomo era pericolante e non era il caso di rimetterlo
lì. Il “Barocci” era stato portato a Sant’Ugo da don Dante Filomeni, non si sa
per quale motivo, e lì era rimasto. Oggi, con la chiesa restaurata, torna
finalmente a casa e potremo ammirarlo di nuovo nel luogo che gli appartiene e a
cui appartiene.
Luca Craia