Che fine ha fatto il turismo a Montegranaro?
Non sembra una bella fine, visto anche quello che sta accadendo a livello
territoriale, dove è vero che Fermo aumenta le presenze in maniera vertiginosa,
ma a livello provinciale non si sta facendo più nulla, anzi, si sta cercando di
affossare il comparto. Basti vedere l’emorragia di soldi relativa a Marca
Fermana avendo come ritorno il nulla o la creazione di due distretti turistici
regionali in provincia (uno in realtà misto con quella di Ascoli) che
dimenticano completamente la valle del Tenna.
Intanto Montegranaro che fa?
Niente. Il turismo degli outlet è in crollo vertiginoso. Del resto, visto come
è curata Villa Luciani, tra erbacce e strade sfasciate, almeno evitiamo
figuracce. E quello culturale non dà più segni di vita. Dove sono finiti i
pullman che arrivavano dalla costa per visitare Sant’Ugo e le altre nostre
bellezze? Dove sono finiti gli accordi tra l’allora assessore al turismo La
Porta, Arkeo e Noi Marche che portarono folle di visitatori, o le iniziative dell’assessore
al commercio Ranalli e sempre di Arkeo che riempirono il centro storico di turisti?
Negli ultimi due anni abbiamo
assistito a iniziative estemporanee, gestite amatorialmente, che hanno prodotto
più danni che risultati positivi, riducendo l’offerta montegranarese a una cena
sotto il loggiato di piazza Mazzini o poco più. Quest’anno ancora non abbiamo
visto alcun progetto: non ci sono volantini che girano sulla costa, non ci sono
offerte, non si vede ancora la guida turistica che proposi a Beverati due anni
fa.
Personalmente ho tirato i remi in
barca, nonostante possa vantarmi, senza peccare di immodestia (o, anche fosse,
chi se ne frega, tanto è vero) di essere l’unico, insieme all’associazione a
cui appartengo, Arkeo, ad aver portato turismo a Montegranaro in maniera
sistematica e professionale. Lo abbiamo fatto stringendo rapporti con altre
realtà che si occupano di turismo sul territorio, facendo promozione massiccia,
facendoci sostenere da professionisti come le associazioni di Guide Turistiche
abilitate, e mettendoci a disposizione. Visto l’atteggiamento del Comune e i
rapporti complicati con la Parrocchia, ultimamente non stiamo facendo più
promozione. Non è una ripicca, è la presa di coscienza dell’inutilità di un
lavoro che viene sminuito e danneggiato dall’approssimazione, dall’improvvisazione
e dall’opportunismo di enti e associazioni che approfittano dello sforzo altrui
per crearsi visibilità a danno dell’obiettivo.
Come ho avuto modo di dire più
volte all’assessore, personalmente e come associazione siamo pronti a trovare
una via di collaborazione. Ma la collaborazione va fatta bene e non, come si fa
di solito, cercando di accontentare questo e quello. Noi possiamo mettere a
disposizione la nostra struttura, le nostre conoscenze, i nostri contatti e la
nostra esperienza. Ma compromessi di genere politico-elettorale non ci
interessano. Se vogliamo ripartire col fare turismo seriamente parliamone.
Altrimenti, con sommo dispiacere, debbo constatare di aver buttato via tempo e
fatica per anni.
Luca Craia