C’è l’economia russa, basata su
rapporti mafiosi, equilibri di potere fondati su meccanismi che ancora si
riferiscono all’antica Unione Sovietica, traffici la cui liceità è quasi indimostrabile, una potenza economica
che sopravvive grazie ai muscoli e grazie al ricatto, specie quello fondato
sulla fornitura di energia, di gas. C’è poi l’economia cosiddetta occidentale,
quella della globalizzazione sfrenata, quella che decide della vita e della
morte dei popoli – e delle persone – come se parlasse di quante pecore mandare
al macello per Pasqua, quella che si inventa le guerre per rilanciare i mercati
e ammazza dittatori solo per crearne di nuovi. In mezzo c’è un Paese che si
chiama Ucraina, un paese che fa da unico sbocco al mare occidentale per la Russia, un Paese sul cui
suolo passa tutto il gas che proviene da quest’ultima e alimenta l’Europa. Poi
capita che l’Ucraina decide secondo la propria sovranità e scoppia il
finimondo.
Un finimondo, però, di cui non si
parla. Si, per carità, i nostri telegiornali ci vendono notizie
preconfezionate, facendoci temere per il prossimo inverno, per il prezzo dell’energia
che salirà, ci dipingono i filo-russi come criminali e glissano sui governativi
ucraini che, invece, sono solo leggermente nazisti che utilizzano metodi
nazisti. L’Ucraina ha deciso secondo diritto, se vogliamo, cosa fare sul
proprio suolo. Ma non è così semplice. Non si può pensare che la Russia lasci stare una
situazione che la porta a chiudersi dentro sul lato occidentale. Non si può
nemmeno pensare che l’occidente non colga l’occasione per mettere lo zampino
nel cuore dell’ex URSS.
Così scoppia una guerra, una
guerra che sta mietendo vittime civili in numeri spaventosi, che sta producendo
atrocità inimmaginabili ma che, a noi occidentali, non vengono raccontate. Come
si risolve la questione? Col buon senso, senza calcolatrice, lasciando fuori i
calcoli economici dal raziocinio della trattativa. Lo so che non si può:
viviamo nel mondo che depone e fa impiccare Saddam Hussein raccontando fandonie
su armi di distruzione di massa inesistenti, un mondo che fa trucidare Gheddafi
e lascia cadere nella guerra civile tutto il Maghreb. Il nostro è un mondo che
sta facendo i calcoli sul gas, non su quanti morti questa guerra idiota sta
facendo, non su quanti bambini vengono ammazzati in nome delle due economie che
si fronteggiano lungo il confine ucraino.
Luca Craia