L’hanno detto in maniera anche
non troppo velata, i due tiratori delle fila dei giochetti politici della
provincia fermana, l’attuale Presidente Perugini e l’ex Presidente (che ancora
un po’ lo è) Cesetti: uno dei motivi più strategici per volere l’ospedale nuovo
a Campiglione era l’incompatibilità con la presenza della centrale a biomasse.
Ergo, sbrighiamoci, corri corri, facciamo partire prima i lavori dell’ospedale
così prendiamo due piccioni con una fava: blocchiamo questa cosa che grida
vendetta agli occhi di Dio e apriamo un megacantiere bacino di voti e chissà
cos’altro.
Ora la notizia della fine di ogni
progetto per la centrale è una doccia fredda per la nostra coppia di assi. Fa
cadere l’alibi primo, quello più ghiotto. Perché, in realtà, la gente non è poi
così contenta di vedere buttati via milioni di euro su un nuovo ammasso di
calcestruzzo che, se le teste rimangono queste (e rimangono queste), non
risolverà il minimo problema della sanità locale, mentre strutture seminuove e
potenzialmente funzionali (vedi l’ospedale di Montegranaro) rimangono a
marcire. Ma l’idea che questo potesse
scongiurare la nascita della fabbrica dei veleni era accattivante e
giustificava anche lo sperpero. Ma adesso la fabbrica dei veleni non si fa più.
E lo sperpero?
Luca Craia