Apprendiamo
oggi dal Corriere Adriatico che l’Amministrazione Comunale di Montegranaro
avrebbe miracolosamente ritrovato dentro qualche cassetto un vecchio progetto,
addirittura dei primi anni 2000, per la ristrutturazione di San Serafino. Come
abbiamo più volte raccontato su queste pagine, il progetto esisteva ed era
noto, e si sapeva anche che non fu realizzato nella su interezza tanto che, ora
se ne sono accorti pure loro, la sacrestia dietro il presbiterio era puntellata
dalla fine degli anni ’90. Quindi che la chiesa di San Serafino non fosse
sicura al 100% era cosa nota, anche se la dicevo solo io.
Dopo le
scosse di questa estate si evidenziarono immediatamente delle filature
importanti sulla volta e sulle pareti perimetrali, ma la chiesa fu tenuta
aperta dopo un frettoloso sopralluogo da parte di tecnici comunali e, in base a
questo sopralluogo, don Sandro, da me consultato, si disse tranquillo per
celebrare normalmente nella chiesa. Solo dopo la scossa del 30 ottobre, quando
caddero sui fedeli frammenti di intonaco, si decise di chiudere il tempio.
Insomma, ci volle la prova provata che il pericolo c’era per indurre i
responsabili a prendere una decisione di responsabilità.
Se oggi si
parla di un intervento milionario per poter riaprire la chiesa significa che il
danno c’era da prima della scossa del 30 ottobre, sia perché non è pensabile
che il danno si sia manifestato solo dopo quest’ultima, sia perché, parlando di
un progetto vecchio di una ventina d’anni, si dimostra che la sicurezza non c’era
già da prima del terremoto, figuriamoci dopo la scossa di agosto. Quindi tenere
aperta la chiesa già dal primo sisma è stato un atto di grave irresponsabilità,
che ha fatto correre ai fedeli un rischio immotivato.
Ultima amara
considerazione: vista l’entità del danno, che comunque rimane ipotetico visto
che una perizia dettagliata ancora non è stata fatta, magari in attesa di
qualche nuova scossa che peggiori la situazione, e viste le disponibilità
economiche e le priorità che l’Amministrazione Comunale si sta dando, temo che
i Montegranaresi rientreranno in San Serafino tra molto tempo.
Luca
Craia