A margine del concerto di Lorenzo
Antinori di domenica pomeriggio, essendo la serata dedicata al restauro della Via
Crucis di SS.Filippo e Giacomo, don Umberto ha voluto fare con i presenti il
punto dello stato di avanzamento dei lavori di restauro della chiesa. Ci ha
quindi rassicurati sulla celerità e precisione con cui la ditta incaricata sta
procedendo tanto da far pensare ad un tempo ragionevolmente breve per la
chiusura del cantiere. Per ora si sta ultimando la posa in opera delle capriate
in acciaio che sosterranno le vecchie in legno danneggiate dal vecchio
restauro. Una volta ultimata la sistemazione del tetto si passerà all’impiantistica
e alle finiture interne.
Don Umberto ha tenuto a precisare
che i lavori appaltati comprendono il consolidamento strutturale della chiesa, l’impiantistica
e alcune finiture come la pavimentazione. Resteranno però esclusi lavori
importanti di restauro soprattutto per quanto riguarda la parte pittorica,
specie della volta, per la quale sarà necessario attingere ad altri fondi. Questi
erano stati promessi più volte dallo Stato ma ancora non ve n’è traccia e
quello che si sta facendo è finanziato dalla Cei e dalla Parrocchia stessa, con
grandi sacrifici. La speranza è di poter riavere questo splendido tempio nel
suo antico splendore.
Siamo anche stati informati che
la cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes è stata abbattuta. Questo dispiacerà
certamente a molti Montegranaresi (non a me, la consideravo un obbrobrio,
specie in quel contesto architettonico) ma è bene sapere che la sua demolizione
ha consentito la scoperta e la riparazione di un gravissimo danno strutturale
alla parete esterna che, altrimenti, sarebbe rimasto latente con conseguenze
facilmente immaginabili. Al suo posto verrà ricavata una cappellina dedicata
alla custodia delle reliquie del Beato Ugo.
Il fatto di avere scongiurato il
potenziale crollo della preziosa chiesa e di poterla riavere presto aperta e
funzionante va accolto come un grande passo avanti nel recupero del nostro
patrimonio storico e artistico, e di questo dobbiamo ringraziare la sensibilità
e il coraggio di don Umberto. Certo che un maggior coinvolgimento della città
intesa come comunità e come politica potrebbe portare a risultati ancora più
soddisfacenti.
Luca Craia