Gli Americani sono sempre
intervenuti all’estero per risolvere, coadiuvare, innescare situazioni che
potessero andare a loro favore. Ma mai come oggi lo fanno sfacciatamente. È così
evidente la loro strategia di destabilizzazione di vaste aree mondiali da
sembrare grottesca, non fosse per le modalità ignobili, le finalità immorali e
le conseguenze nefaste che ricadono già ora sulle nostre povere teste. Credo
che sia chiaro come gli USA intendano creare una nuova contrapposizione di
forze contro il nuovo nemico, che non è più l’Unione Sovietica o Russia che dir
si voglia, ma la Cina. Per
far questo ha innescato una crisi economica mondiale mai vista prima,
impoverendo tre quarti del mondo, facendo inginocchiare tutta l’Europa compresa
quella Germania che fa la voce grossa ma è solo serva dei voleri americani,
destabilizzando l’area mediterranea, indebolendo economicamente e politicamente
la Russia sia
tramite attacchi speculativi sul prezzo di gas e petrolio sia con strategie
geopolitiche come la guerra civile in Ucraina.
Il minimo della strategia - o
dell’accortezza, se preferite – lo abbiamo visto con l’omicidio di Boris Nemtsov. Nessuno lo ha detto apertamente ma tutti abbiamo
pensato che dietro ci fosse la mano di Putin. Lo abbiamo pensato perché così
era stato programmato. Ma il pensiero, per chi ne è capace, è andato oltre. Chi
è capace di pensare, infatti, in maniera molto semplice si è chiesto perché Putin
dovrebbe far ammazzare un oppositore minore e poco preoccupante come Nemtsov, perché
dovrebbe farlo in maniera così plateale e, soprattutto, chi trarrebbe maggior
giovamento da questo omicidio. Le altre domande non hanno una risposta, l’ultima
sì, ma mi limiterò ad affermare quello che a me pare chiaro: l’ultimo ad avere
vantaggio dalla morte di Nemtsov è proprio Putin che, invece, ne è stato gravemente
danneggiato.
Ora, dopo
aver trasformato il medioriente e il sud del mediterraneo in una polveriera e
dopo aver impoverito gli alleati della NATO riducendoli a una colonia, ora
possiamo aspettarci altre misure per abbattere l’ex grande nemico russo e,
così, accerchiare la zona di influenza cinese. Solo che coi Russi si scherza
poco.
Luca Craia