E
spezziamola una lancia a favore del nostro assessore alla cultura una volta
tanto, dopo averlo ripetutamente (e, secondo me, giustamente) rimproverato per
una gestione, diciamo, strascicata e trasandata del suo ufficio. In realtà non
cambio affatto opinione su come Giacomo Beverati stia gestendo la cultura a
Montegranaro, senza un progetto che guardi lontano, senza una visione di
insieme, scollato dal mondo associazionistico che, in fatto di cultura, è
quello che realmente produce qualcosa in paese, a parte la bella stagione
teatrale. Però la notizia che al La Perla torni il cinema, seppure per una
breve rassegna di film d’autore che terminerà il 26 gennaio, mi pare bella e
degna di rilievo; e anche l’assessore, per una volta, merita il mio plauso.
Si tratta di
un accordo con l’associazione Circolo del
Cinema Metropolis di Porto San Giorgio, un sodalizio culturale che da anni
si occupa di portare la cultura del cinema sul territorio e che ha proposto
questa rassegna al Comune, evidentemente approfittando del vuoto di gestione
della bella sala cinematografica montegranarese. L’accordo prevede un
patrocinio oneroso per il Comune, il che non significa soldi da sborsare ma
solo la messa a disposizione di sala e attrezzature. Quindi la cosa è quasi
gratuita.
Per il
momento sono noti soli i titoli programmati per dicembre, ma si continuerà,
come già detto, per tutto gennaio. A dicembre si proietteranno due film d’autore,
La Stoffa dei Sogni di Gianfranco
Cabiddu con Sergio Rubini e Ti amo
Presidente di Richard Tanne. Previsti anche due lungometraggi per ragazzi, Il Regno di Wuba, film di animazione
cinese, e il cartone francese Un gatto a
Parigi di Jean Loup Felicioli e Alain Gagnol.
È un bell’esperimento
che ci si augura possa dare indicazioni positive su come utilizzare la
potenzialità del teatro montegranarese come sala cinematografica, al di fuori
dai circuiti commerciali consueti e, quindi, dalla concorrenza con la grande
distribuzione e i multisala, proponendo cinema di livello, intrattenimento e
cultura. Per una volta, bravo Beverati.
Luca
Craia