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lunedì 13 giugno 2016

I pericoli della circonvallazione sud tra buche e asfalto logoro



Fu progettata circa vent’anni fa come seconda circonvallazione, tanto che ancora il cartello la denomina, in maniera un po’ pomposa, “circonvallazione sud” ma, in realtà, è sempre stata una stradina piuttosto stretta, con molte curve e grandi dislivelli. Però è utile e permette di giungere da San Liborio a Santa Maria (e viceversa) agevolmente evitando il centro di Montegranaro.
Sarebbe quindi una strada strategica, da tenere ben in ordine per incentivarne l’utilizzo al fine di alleggerire il traffico cittadino. Invece sembra sia stata dimenticata. È ridotta a poco più di una mulattiera, le banchine non esistono più, l’asfalto è logoro e ci sono numerose buche profonde. Tutto questo la rende una strada su cui viaggiare con cautela e certamente non invoglia a passarci, anche se, tutto sommato, fa guadagnare tempo.
Sarebbe intelligente rimettere in sesto la strada. Sarebbe anche doveroso, visto che, in queste condizioni. È pericolosa.  Chissà se tra i tanti cantieri promessi ci sarà anche questo?

Luca Craia

lunedì 16 maggio 2016

C’erano una volta le fontane



Non so a voi ma a me fa una certa tristezza passare per la rotatoria della circonvallazione e vedere quella fontana spenta, rotta, coi pezzi in mezzo alla strada che nessuno raccoglie. Fa tristezza perché rappresenta il simbolo della fine di un’era, il tramonto di quella Montegranaro opulenta e un po’ gradassa, paese ricco e invidiato, luogo dove vivere bene, lavorare, spendere. Rappresenta, secondo me, il triste declino di un paese che poteva, un paese che faceva, un paese che, nel bene o nel male, rappresentava qualcosa da indicare, da guardare.
Ricordo che non mi piacque, quella fontana, quando fu realizzata. Non perché fosse brutta ma perché era, secondo me, un inutile spreco di soldi, un esercizio di sfarzo anche un po’ snob. Costò anche cara, se ben ricordo. Però fu costruita e pagata, e nel tempo divenne uno dei simboli di Montegranaro. Per dare indicazioni si utilizzava dire “la rotonda della fontana”. Era il primo impatto con il centro del paese per chi veniva da fuori e, accesa, coi suoi spruzzi e i colori delle luci, era anche un bel vedere.
Oggi è lì, una vasca vuota, scrostata. La scatola elettrica spaccata e buttata per terra. Le luci spente, così come quella scritta con il nome del nostro paese, scura come questo momento. Ha ragione Gianni Basso ad arrabbiarsi per questo. Ha ragione perché non si può buttare via una cosa realizzata da altri con soldi pubblici solo perché non ci piace, solo perché l’ha fatta un avversario. Non si può mandare in malora un pezzo di paese per ripicca, per sfregio.
Suona come una rappresaglia, una vendetta. Ma è una vendetta costosa, perché quella fontana, così come le altre opere del passato che si stanno lasciando marcire, prima o poi ci chiederà il conto. Ci sarà da metterci le mani quando sarà troppo degradata tanto da rappresentare non più soltanto un qualcosa di esteticamente negativo ma anche un pericolo, un intralcio. Allora toccherà intervenire e la situazione sarà talmente degradata che costerà caro. Tutto questo per fare dispetto a Basso. Ma il dispetto sarà per i cittadini di Montegranaro.

Luca Craia

venerdì 12 giugno 2015

Sensazionale! Avvistato Tarzan a Montegranaro



Montegranaro - Una signora, passeggiando lungo il tratto della circonvallazione che va dall’ufficio postale alle scuole di San Liborio, facendosi largo con machete tra i rigogliosi oleandri che hanno letteralmente mangiato il marciapiede, è stata aggredita da un pitone che l’ha avvolta tra le sue spire. Nello stesso tempo è sopraggiunto un coccodrillo che ha cercato di mangiarle i polpacci. In questo frangente è spuntata Cita che, vista la malaparata ha dato immediatamente l’allarme e, in meno che non si dica, saltellando di oleandro in oleandro con le liane, è arrivato Tarzan che ha preso il pitone e l’ha annodato intorno al coccodrillo, per poi sparire nel folto della jungla. Il giorno dopo la signora è andata in comune per riferire il fatto e qualcuno le ha suggerito di portare un casco di banane sul luogo dell’incidente per ringraziare Tarzan e Cita. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.
Ovviamente mi sono inventato tutto tranne la jungla. Quella c’è veramente.

Luca Craia