Traspare
molto chiaramente dagli articoli usciti dopo la conferenza stampa di venerdì
sera, la rabbia che noi responsabili delle tre associazioni che si occupano di
centro storico, Arkeo, Città Vecchia e Labirinto, proviamo. Del resto era
esattamente quello che volevamo comunicare: rabbia, senso di impotenza,
sentimento di sconfitta dopo anni di impegno, sacrificio, lavoro duro e a volte
ingrato per poter ridare vita a un centro storico moribondo. La proviamo perché
cominciamo a non vedere la via d’uscita, di fronte a un nulla reale, a una
totale assenza di un piano, un progetto, una visione di insieme.
Con l’assessore
Beverati sembra inutile parlare. Città Vecchia ha sicuramente un dialogo
migliore del mio, ma si sta arrendendo, visti i risultati, le promesse mancate.
Del resto lo abbiamo visto subito dopo la prima conferenza stampa delle tre
associazioni consorziate, quando l’assessore rispose a mezzo stampa parlando di
un fantomatico progetto per il centro storico che i fatti hanno dimostrato non
esistere: un progetto che non è finanziato non esiste, e né sul bilancio né sul
piano triennale delle opere pubbliche troviamo traccia di quanto affermato dall’assessore
che, quindi, o sognava o mentiva.
Stiamo
davvero toccando il minimo storico per quanto riguarda l’impegno del Comune per
il centro. È proprio questo che ci ha fatto accantonare le divergenze e
ci ha fatto rimettere a lavorare insieme. Un fatto positivo, senz’altro, ma
certamente non per merito di Beverati che se ne vantava. Il vero motivo è che
ci siamo resi conti che i problemi sono diventati talmente gravi che le cose
che ci dividevano ora appaiono irrilevanti.
Ma dobbiamo
tenere accesa la speranza. Noi continueremo a lavorare su una proposta,
continueremo a studiare il problema e a cercare la soluzione. Ci auguriamo che
Beverati e l’Amministrazione Comunale cambino atteggiamento e si mettano a lavorare
con noi. Altrimenti sarà la fine per il nostro centro storico. È l’ultima
occasione.
Luca
Craia