Se si vuole ottenere qualcosa nella lotta per impedire l’installazione
dell’antenna Vodafone nel quartiere San Liborio di Montegranaro è necessario
lavorare insieme. Bisogna che questo concetto sia ben presente nella mente di
tutte le forze che concorrono in questa prima fase di costituzione del movimento
civico che deve muoversi all’interno del problema. Non è una cosa semplice: ci
sono i cittadini, ci sono le forze politiche, dovrebbe esserci – e questo è
fondamentale – anche l’Amministrazione Comunale, perché non si tratta di un’operazione
dell’opposizione, si tratta della cittadinanza che, giustamente, si batte per
il proprio diritto alla salute. E sulla salute non ci sono giochi politici che
tengano.
I primi passi sono buoni: sta nascendo un comitato, si punta a un’assemblea
pubblica a brevissimo, si stanno raccogliendo firme e la politica si sta
muovendo per i propri canali raccogliendo informazioni, documentazioni e pareri
tecnici. La strada sembra buona e anche il maltempo ci sta aiutando rallentando
i lavori di installazione dell’antenna. Però bisogna rimanere lucidi.
Primo: occorre far passare il messaggio che il problema dell’antenna
non riguarda soltanto i residenti a San Liborio ma è un problema di tutta la
comunità cittadina di Montegranaro. Montegranaro è sempre stato un paese molto
scollato, spesso i suoi quartieri somigliano più a città nella città. È una
concezione sbagliata e pericolosa perché, quando i problemi sono grandi, solo
se il paese è unito riesce ad affrontarli e risolverli. Questo è uno di quei
casi in cui conta l’unità, perché si crei un precedente importante e perché chi
viene a fare affari a Montegranaro sappia che da noi le cose non sono semplici perché i Montegranaresi li freghi male.
Secondo: occorre che si tenga a freno la sindrome della medaglia. È difficile,
perché ognuno che abbia dei meriti umanamente li vuole riconosciuti. In questo
caso dobbiamo lasciarli indietro, i meriti. In questo caso si deve lavorare all’unisono
in maniera costruttiva, senza dietrologie e senza recriminazioni. C’è un
obiettivo e si deve puntare solo a quello. Poi le lotte politiche, le
rivendicazioni, le reciproche accuse si possono affrontare in separata sede e
al di fuori dal dibattito che riguarda questo problema specifico.
Terzo: occorre che chi ci amministra capisca che non c’è alcuna azione
contraria al governo della città. C’è un movimento civico che aspira a essere
unitario. Un’amministrazione intelligente e attenta si unirebbe a questo
movimento e si metterebbe a disposizione per rafforzarne l’azione. Nel caso
specifico l’apporto dell’amministrazione comunale è fondamentale. Se si chiama
fuori c’è davvero poco da fare.
Quindi forza, a testa bassa. Puntiamo a rafforzarci e a essere tanti. Puntiamo
a risolvere il problema, a impedire che questa maledetta antenna sorga e mini
la nostra salute. Puntiamo a essere comunità, una volta tanto, per la prima
volta dopo decenni in cui siamo stati solo un dormitorio o poco più. Siamo
Montegranaro, un paese col quale non si scheza.
Luca Craia