È forse la struttura montegranarese più adatta per incontri, convegni,
assemblee. Fatto interamente ristrutturare e organizzare come oggi lo vediamo
dal compianto don Peppe Trastulli, l’oratorio di San Giovanni Battista ha una
capienza ideale, circa 80 posti a sedere, una buona acustica e una buona
illuminazione. Inoltre è in centro, vicinissimo a piazza Mazzini e di fronte
alla biblioteca. È ben servito dai parcheggi di viale Gramsci ed è facile da
raggiungere. Per questo ospita da sempre la stragrande maggioranza delle manifestazioni
culturali cittadine e le associazioni culturali, nonché le istituzioni, lo
ritengono un bene prezioso e indispensabile.
Purtroppo, però, anche l’oratorio è sottoposto alle leggi e alle norme
in tema di sicurezza e, appunto perché largamente utilizzato, si rende
necessario renderlo idoneo e adeguato alle normative. Per questo motivo il
parroco don Sandro Salvucci ha ritenuto opportuno eseguire dei lavori di
adeguamento a partire da subito. Questo, però, comporterà l’indisponibilità
della sala per un certo periodo che, assicura don Sandro, sarà il più breve
possibile, solo qualche mese.
E che il periodo sia breve se lo augurano tutti, in primis le
associazioni culturali che, in mancanza della struttura, rimangono prive di una
sala idonea alle loro attività pubbliche. Certo, c’è il teatro La Perla, ma è
molto grande e per iniziative culturali che normalmente richiamano un pubblico
selezionato e, quindi, un numero relativamente esiguo di persone, risulta
dispersivo. C’è anche l’auditorium Officina delle Arti ma è scomodo e fuori
mano. Si potrebbe utilizzare la Sala Convegni di Palazzo Francescani ma ha un’acustica
terrificante della quale si ha prova durante le sedute del Consiglio Comunale
che vi si svolgono, complice anche un impianto di amplificazione obsoleto e
fatiscente.
Non rimane, quindi, che sperare che il tempo necessario per sistemare
l’oratorio sia breve, considerando che, in estate, lo si utilizza meno del
solito. E chissà che a settembre non lo ritroviamo di nuovo disponibile.
Luca Craia