Ora viene la
parte brutta. Dopo la soddisfazione, legittima e dovuta, del giorno dopo la
vittoria referendaria, parte immancabile la querelle su colpe da una parte e
meriti dall’altra. Nel Pd le responsabilità di questa enorme sconfitta politica
sono facili da attribuire, partendo dalla riforma stessa che era sbagliata,
truffaldina, antidemocratica, e arrivando a tutti i trucchetti ignobili
utilizzati per prendere un voto in più, la personalizzazione del voto, la sua
politicizzazione e la sua ideologizzazione, le informazioni volutamente
falsate passate come verità, l’insulto costante e perpetuo all’intelligenza dei
cittadini. Ora, da quella parte, il pathos aumenta e assistiamo a scene
bruttissime in cui, anziché rivedere il percorso fatto e cercare di capire l’errore,
si continua a insultare l’avversario e molto di più l’elettore, arrivando
addirittura a parlare seriamente di suffragio universale.
Ma dalla
parte del No il panorama non è bello lo stesso. Qui si cerca il vincitore, ci
si vuole attaccare la medaglia, si vuole prendere un merito politico in una
vittoria democratica pura. È il gioco della politica ma è stucchevole e rischia
di riallontanare la gente di nuovo.
La vittoria
è del Popolo e al Popolo spetta in toto. È Il Popolo Italiano che ha detto no a
chi voleva usare questa insulsa riforma come un cavallo di troia per sgretolare
la democrazia. È il Popolo che ha capito il trucco, ha visto il bluff e ha
scoperto il buffone. È il Popolo che ha detto no all’arroganza, alla spocchia,
al tentativo dell’oligarchia economica di prendere il potere sgretolando l’unico
caposaldo rimasto, la Costituzione. I Partiti non hanno fatto nulla, anzi,
forse hanno rischiato di amplificare ancora una volta la nausea del Popolo
verso la politica, quella nausea dimostrata con la disaffezione al voto che
abbiamo visto fino all’ultima consultazione.
Ma stavolta
il Popolo ha deciso, ha preso in mano le sue sorti e ha detto no alla politica
dei giochini, a quella politica così lontana dal Popolo stesso da non capire
che stava andando in tutt’altra direzione. E ora la politica deve fare lo
sforzo di rimettersi ad ascoltare il Popolo, di tornargli vicino per capire le
esigenze reali, le priorità vere, ne necessità di una Nazione massacrata da
oltre vent’anni di Berlusconi e i suoi figli e cloni. Ora la politica torni a elevarsi, non faccia
strategie per prendere un potere che appartiene solo al Popolo e che il Popolo
ha appena rivendicato. Stia attenta, la politica, perché il Popolo ora
vigilerà.
Luca
Craia