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venerdì 11 novembre 2016

Bonus idrico. L’assessore ai servizi sociali dov’è?



Grande uso di Facebook fa l’Amministrazione Mancini. Lo usa prevalentemente per fare propaganda, pubblicare foto accattivanti, esternare punti di vista, talvolta anche per sputare un po’ di veleno. Ne fa anche un uso utile, talvolta, per informare i cittadini di alcune iniziative o di questioni pratiche come interruzioni stradali o divieti di sosta. Però, a volte, delle informazioni utili alla cittadinanza vengono come filtrate o, quanto meno, omesse, non so se volutamente.
È il caso del bonus idrico. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa (vedi l’articolo): c’è la possibilità di ottenere uno sconto sulla bolletta domestica dell’acqua presentando domanda in Comune da redigere su un apposito modulo. Solo che del modulo non c’è traccia né sul sito né sulla pagina Facebook del Comune. Tantomeno è stato dato spazio all’informazione relativa a questo provvedimento, nonostante esso vada in aiuto delle famiglie più in difficoltà in questo periodo particolarmente duro.
Possiamo domandarci perché e anche risponderci, confidando nella buona fede dei nostri amministratori, che si tratta di una svista, non la prima ma succede. Però rimane il giudizio sull’assessorato ai servizi sociali che, per sua stessa missione, dovrebbe utilizzare questi strumenti specifici, come il bonus idrico, appunto, per aiutare e sostenere i cittadini. Ma l’assessore è apparso fin da subito piuttosto evanescente, silente, pura emanazione del suo schieramento politico, che fa capo al vicesindaco Ubaldi, ma sostanzialmente privo di iniziative proprie e anche della stessa presenza politica. In sostanza, almeno su queste cose, l’assessore potrebbe darsi un po’ più da fare. E poi, magari, fare un bel comunicato in cui si bea del risultato con tanto di foto.

Luca Craia

giovedì 6 ottobre 2016

Scandalosamente la Sindaca tira in ballo Vincenzo Valentini. E il vice accusa la Polizia Municipale.



Non si fa scrupolo Ediana Mancini a tirare in ballo persino il cittadino onorario di Montegranaro, il dottor Vincenzo Valentini, che tanto lustro sta dando al nostro paese, pur di mettere via i piedi dalla melma in cui l’assessore Strappa ha fatto cadere la sua giunta. In un articolo de Il Resto del Carlino il primo cittadino equipara la posizione del suo assessore con quella del cugino, Vincenzo Valentini appunto che, come tutti sappiamo, risiede a Roma e non a pochi metri dalla palazzina dove un appartamento è stato affittato al gruppo di Rom che stanno mettendo a ferro e fuoco Montegranaro.
È un comportamento meschino perché, se è vero che sia la Strappa che Valentini sono coeredi e, quindi, cointestatari dell’appartamento in questione, è anche vero e incontestabile che Vincenzo Valentini oggettivamente non può, data la distanza, monitorare nel dettaglio cosa accade a Montegranaro, dandone delega sulla fiducia ai parenti locali, mentre la Strappa vive e lavora a Montegranaro, di cui è anche assessore ai Servizi Sociali, per cui, prima di affittare un bene a dei criminali, dovrebbe porre particolare attenzione, sia perché in grado di conoscere la situazione in prima battuta, sia per il proprio ruolo istituzionale. E in questo poco vale il fatto che l’atto di locazione sia stato compiuto da un terzo parente, rimane il caso politico che è, secondo me, grave e che, in altri contesti magari più virtuosi, avrebbe prodotto le dimissioni dell’assessore.
Altrettanto grave è l’affermazione del Vicesindaco Endrio Ubaldi, riportata dal Corriere Adriatico, in cui si vorrebbe che l’affitto sia stato concesso sulla scorta di “regolari controlli espletati dalla Polizia Municipale”, accusando indirettamente la stessa Polizia Municipale di non aver effettuato detti controlli a dovere, visti gli esiti.
Insomma, il vizio di sputare veleno non passa.

Luca Craia

venerdì 2 settembre 2016

Montegranaro, niente romanzo, una storiella criminale



Lo chiamano “Il Mesciato”. È un ragazzo marocchino, nella vita si occupa di spaccio di droga. Non so se faccia anche altro ma pare che sia uno spacciatore a chilometri zero, nel senso che, almeno il fumo, se lo produce da solo, dal seme alla canna. E pare che abbia pure roba di primissima qualità.
Il Mesciato è uno dei tanti, forse nemmeno quello più pericoloso. Le forze dell’ordino lo conoscono, sanno dove e quando opera. Ma possono farci poco, possono denunciarlo ma tanto resta fuori. A Montegranaro principalmente sono due le piazze dello spaccio: il Campo dei Tigli e il lavatoio di via Martiri D’Ungheria. Ma ce ne sono anche altre perché il mercato è fiorente. Il problema, in fin dei conti, non è dato tanto dal Mesciato ma dai suoi clienti. Perché Il Mesciato la sua merce la vende ai ragazzi di Montegranaro, mica ai marziani. Ed è qui che dovremmo preoccuparci, dei nostri giovani.
Poi ci sono gli atti criminali di diversa natura: furti in appartamento, furti nelle aziende, rapine in mezzo alla strada, molestie alle donne che vanno in giro da sole, atti vandalici di vario genere. Non passa giorno che non accada qualcosa di questo tenore. Piccoli reati, alla fine, che spesso neanche vengono denunciati, tanto che risolvi? Ed è questo senso di impunità che da un lato incoraggia questa piccola criminalità da quattro soldi, ma pericolosa come quella grande, e dall’altro deprime il comportamento civile, il senso sociale, la sicurezza. Ed è tutto collegato, guardate, lo spaccio e gli altri crimini appartengono allo stesso universo sommerso, che poi tanto sommerso non è.
Le telecamere volute da Ubaldi e dal fido Gaudenzi, per non citare la logorroica Strappa, sono state considerate fin dalla loro comparsa, ormai un anno e mezzo fa se non più, come la panacea di tutti i mali, la soluzione armagheddonica ai problemi di ordine pubblico paesani. Ma non siamo a conoscenza di alcun dato, mai stati pubblicati resoconti sull’efficacia del sistema, un elenco dei reati scoperti e degli autori assicurati alla giustizia grazie alla televisione via cavo del Vicesindaco. Ce li avranno, questi dati? E soprattutto: avranno mai ripreso Il Mesciato e i suoi degni compari in azione? Chissà.

Luca Craia