Pensare a una donna, inserita in
un contesto di potere tanto da essere spudoratamente sfoggiata dal Presidente
del Consiglio (fortunatamente ex) in un incontro internazionale, che si porti a
spasso in valigia 24 chili di cocaina così, come fosse la farina per la pizza
ti fa credere che stiamo parlando di una deficiente, delinquente ma deficiente.
Invece, a pensarci bene e conoscendo certi ambienti, appunto, di potere, la
spiegazione potrebbe essere un’altra, ossia che siamo di fronte all’ennesimo
episodio di deriva da delirio di onnipotenza, la conseguenza estrema della
Milano da bere, il risvolto ultimo della filosofia dell’estrema libertà intesa,
per citare Guzzanti, come “facciamo un po’ come cazzo ci pare”, tanto non ci
può fare niente nessuno. È lo stesso concetto che Berlusconi ha sempre adottato
e promulgato, assimilato anche a livelli estremamente periferici da politicucci
locali e satrapetti da quattro soldi, che ora beccano sorpresi avvisi di
garanzia e condanne con lo stupore di chi è convinto di non aver fatto niente
di male, di aver solo esercitato la propria libertà di fregarsene delle regole.
Luca Craia