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martedì 6 dicembre 2016

La potenza dei due comitati. I meriti dei congiurati del 2013



A Montegranaro il NO ha stravinto e, probabilmente, questo è dovuto alla presenza di non uno ma ben due, e dico due, comitati per il NO. In ordine cronologico, il primo ad affacciarsi sulla scena è stato quello benedetto da Forza Italia e dal suo deus ex machina locale, il Rapagnanese volante col dono dell’ubiquità, Remigio Ceroni. Il comitato montegranarese, composto prevalentemente dai dissidenti gastoniani che furono artefici delle idi di marzo nostrane, con nomi di spicco come Demis Ranalli, Niccolò Venanzi e nientepopodimenochè Jonata Pagliaricci, il più loquace consigliere comunale mai apparso a Palazzo Francescani, è stato determinante.
L’impego profuso dai congiurati del 2013 è stato molto e intenso e il merito del risultato elettorale va certamente iscritto a loro: hanno fatto un sacco di incontri, frequentatissimi dalle loro rispettive famiglie, una volta a casa di uno, una volta a casa di un altro membro del comitato, consumando quintali di costarelle di maiale. Hanno fatto banchetti per strada, volantinaggio, manifesti, comizi, si sono girati porta a porta tutta Montegranaro tanto che si sono guadagnati il diploma di Testimone di Geova ad honorem. E tutto questo ha prodotto il risultato che sappiamo.
Bravi, bravi, bravi! E bravi anche per la modestia di non comparire, di non fare nemmeno un comunicato per prendersi la propria parte di merito. Questa è la politica sana, quella che fa bene all’Italia. Ceroni deve essere davvero orgoglioso di voi.

Luca Craia

giovedì 8 settembre 2016

Referendum - Il Comitato per il no montegranarese fatto dai traditori di Gismondi tira per il sì?



Oltre un mese fa, in maniera del tutto imprevista, giunse la notizia della formazione a Montegranaro di un comitato per il no al referendum costituzionale. La notizia mi lasciò stupito, in quanto credo di essere abbastanza sensibile ai movimenti politici nostrani, e non mi aspettavo che, senza che vi fosse stato alcuna azione nella ricerca di coinvolgimenti tra forze politiche e sociali, nascesse un comitato referendario. Certo, la sua costituzione andrebbe salutata come fatto positivo perché credo sia indispensabile cercare di contrastare in tutti i modi possibili lo strapotere mediatico del Governo. Normalmente, però, un comitato di questo genere vede il coinvolgimento di tutte le forze in campo; ci sono consultazioni, incontri, discorsi preliminari. In questo caso, invece, se lo sono fatto in casa.
E a farselo, guarda guarda, ci sono vecchie conoscenze della politica. Mi riferisco, in particolare, a Demis Ranalli, Niccolò Venanzi e nientepopodimeno che il logorroico Jonata Pagliaricci, detentore del record assoluto e imbattuto di aver pronunciato meno parole in Consiglio Comunale. Si tratta di tre dei quattro “traditori” che fecero cadere la giunta Gismondi, (Gianni Basso lo colloco a parte, ne riparleremo) quelli che, col loro gesto, propiziarono il commissariamento del Comune di Montegranaro e la successiva vittoria dello schieramento che governa oggi. Col senno di poi, i migliori amici della Mancini, quindi del PD.
Ora, se questi sono amici del PD, possono votare e far votare no al referendum? Qualcuno potrebbe dire che possono, che ognuno pensa con la propria testa nella singola decisione. Certo, ma questi tre non ragionarono con la loro testa allora e temo non lo stiano facendo neanche ora.
Non sappiamo la data certa in cui voteremo la riforma costituzionale che, qualora vincesse il sì, condannerebbe l’Italia alla fine della democrazia e a diventare una colonia straniera preda dei peggiori lestofanti economici e politici del globo. Sappiamo però che non manca molto. Un comitato, soprattutto nel nostro caso in cui si lotta contro tutto il sistema mediatico ufficiale (e non) d’Italia, dovrebbe prendere immediate iniziative per promuovere il proprio punto di vista. Invece, dopo un mese e mezzo e l’unica comparsata sui giornali per annunciarne la nascita, il comitatino montegranarese non dà segni di vita.
Come diceva il buon Andreotti, che di certi giochetti era maestro, a pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca. Ora, io non voglio sopravvalutare le capacità strategiche di questi tre elementi, ma potrebbe esserci qualcuno che manovra dietro, così come c’era all’epoca della sfiducia a Gismondi. E sento puzza di giochetto democristiano: fondiamo il comitato, così gli altri non lo fanno, e lo lasciamo lì, a sonnecchiare. Diventa un comitato per il sì travestito da comitato per il no. Fantapolitica? Forse, ma non c’è più da stupirsi di nulla. Con certi personaggi specialmente.

Luca Craia

lunedì 7 aprile 2014

ET telefono Basso



Sarebbe stato bello se, oltre all’appello ai Montegranaresi di telefonare al loro sindaco ideale per convincerlo a candidarsi, i bassiani ne avessero anche pubblicato il numero. Così tutti i cittadini fiduciosi nelle capacità taumaturgiche (o forse trauma-turgiche) del plurisindaco astrale montegranarese avrebbero potuto esprimere il loro affetto e la loro richiesta di sostegno per la nostra povera città. Chiaramente filtrando le telefonate di chi volesse convincerlo del contrario e, magari, esprimere la propria disapprovazione più o meno coloritamente.
L’ho visto ieri su una panchina, il nostro plurisindaco astrale. Ero tentato di parlargli personalmente, per cercare anche io, nel mio piccolo, di smuovergli l’anima verso una decisione che giovi alla città che lo riporti alla sua guida per rinnovare i fasti degli anni ’80, quando fiorivano fontane in ogni dove, o degli anni 2000, quando spuntavano dal nulla torri siderali e palazzetti dello sport ortobotanici. Volevo convincerlo a scendere in campo, dietro opportuno riscaldamento, per dotare la città di nuove torri, tettoie, avvistamenti ufo e antenne cosmiche. Ma non ho avuto cuore di disturbarlo in quella mattina grigia: era seduto tranquillo a leggere il giornale, coi suoi capelli bianchi mossi dal vento.
Resta il fatto che, con tante dimostrazioni di affetto e stima da parte dei suoi, con tanti accorati appelli sui muri e sui giornali, come faccia Basso a dire di no diventa misterioso, anche in considerazione del suo buon cuore, del quale i suoi stessi amici ci danno ampia testimonianza. Sono certo che cederà e si metterà a disposizione di Montegranano per farla crescere in sapienza e cemento armato.

Luca Craia