Ho già avuto
modo, nei giorni scorsi, di rimarcare il fatto positivo dell’apertura di una
sede Anfass all’interno dell’edificio dell’ospedale vecchio di Montegranaro. È una
decisione che va nella giusta direzione per ridare un po’ di linfa vitale al
centro storico che, come sappiamo, se non è morto ci va vicino. La sede dell’associazione,
che si occupa di famiglie con persone affette da disabilità intellettive, una
volta a pieno regime porterà sicuramente gente nel quartiere antico, e questo è
parte della soluzione al problema. Tanti interventi di questo genere possono
contribuire a rivitalizzare il castello cittadino.
Ma, come
sempre, a Montegranaro le cose si fanno così, tanto per farle. È evidente anche
in questo caso perché, se si dà la possibilità a un’associazione così
importante di installarsi in una sua sede che, già di per sé, è un fatto
rilevante e che, nel contempo, favorisce una strategia politica che dovrebbe
essere prioritaria, ma non la si mette in condizione di farlo nel modo più
agevole possibile, le cose sono state fatte alla bell’e meglio, con la mano
destra che non sa cosa fa la sinistra e forse il cervello nemmeno.
La sede è
già stata inaugurata ma in piazzale Leopardi ancora manca la pubblica
illuminazione. Lo sanno bene in piazza Mazzini, lo segnalai io stesso due anni
fa ma non fui ascoltato. L’assessore Basso mi rispose, bontà sua, che avrebbe
provveduto (ma non si occupava di rifiuti) a far rifare l’impianto danneggiato,
ma deve essere un impianto particolarmente complesso perché, dopo due anni,
ancora non ne sono venuti a capo. Intanto l’Anfass apre la porta della sua sede
in un luogo buio e, consentitemi, coi tempi che corrono, per niente sicuro.
Luca
Craia