La vittoria di Donald Trump segna la fine di un’epoca,
quell’epoca che affonda le radici in quanto accaduto nel mondo nel ’68, anno
che, nel bene e nel male, ha influenzato politica e cultura globale fino a
questa notte. Questa notte, invece, ma in USA era giorno, il mondo è cambiato
e, sicuramente, in peggio. Ma era destinato a peggiorare, qualsiasi fosse stato
il risultato delle urne americane. Una vittoria della Clinton avrebbe
perpetuato la politica americana degli ultimi vent’anni, una politica
imperialista, aggressiva, dissennata, guerrafondaia e corrotta. Sappiamo
benissimo cosa avrebbe comportato la vittoria di Hillary Clinton. Non sappiamo
cosa comporterà quella del miliardario col gatto morto in testa, almeno non nel
lungo periodo.
La fine del ’68,
dicevo. La sconfitta della Clinton rappresenta la sconfitta di una cultura
ormai degenerata, in cui la facciata ipocrita del politicamente corretto
nasconde un mondo marcio fatto di corruzione e disegno socio-politici
spaventosi. Gli ideali dei ragazzi degli anni ’60 sono stati traditi da molto
tempo, e ora assistiamo a politiche sociali mostruose, incapaci di riconoscerne
il fallimento e di adeguarsi alla realtà dei nostri giorni. Il voto degli
Americano ha spazzato via questa ipocrisia, preferendo affidarsi a un’incognita
piuttosto che rimanere nelle mani di chi ha portato il mondo sull’orlo della
catastrofe con politiche perniciose e sbagliate, i cui danni hanno prodotto
migliaia di morti, miseria, distruzione e la quasi totale destabilizzazione del
mondo occidentale come lo conoscevamo e lo volevamo.
È difficile
dire cosa accadrà con Trump. In America, probabilmente, accadrà quello che di
solito accade con i governi repubblicani: impoverimento delle classi più
deboli, arricchimento di quelle più forti, politiche sociali ridotte al
lumicino, abbassamento dei livelli dei diritti civili. Nel resto del mondo, e
in Italia, probabilmente assisteremo a un raffreddamento di certe zone di
conflitto, come la Siria, dove una probabile riappacificazione con la Russia di
Putin potrà sfociare in una rapida soluzione del conflitto con conseguenze in tutto il medio-oriente. A livello economico
forse vedremo la fine dell’embargo alla Russia e questo porterebbe indubbi
vantaggi per la nostra Nazione. Probabilmente cambieranno le strategie
geopolitiche, ma è difficile dire in che modo.
Diciamo,
quindi, che una vittoria di Trump può essere vantaggiosa per l’Europa e per l’Italia,
almeno nel primo periodo. Ma Trump rimane un uomo pericoloso, incontrollato e
incontrollabile, e il suo mandato è lungo. Temo il lungo periodo, e credo lo
tema anche la CIA. Non credo che Trump avrà lunga vita, e non mi riferisco alla
politica. Ma noi, sudditi dell’Impero Americano senza diritto di voto, siamo
solo spettatori di questo scenario che si sta componendo e le cui conseguenze
comporteranno grandi cambiamenti per le nostre vite. Noi non possiamo fare
altro che goderci lo spettacolo e aspettare l’arrivo della fine del mondo. O
della fine di Trump
Luca
Craia