Giocare ad amministrare un paese di tredicimila anime
come Montegranaro è rischioso. Si corre il pericolo di fare danni seri.
L’approssimazione dimostrata dall’Amministrazione Mancini in questi primi due
anni e mezzo di mandato fa pensare che si stia giocando e non facendo sul
serio, sol che le conseguenze e le ripercussioni sulla cittadinanza non sono
giochi ma problemi veri. Lo vediamo in questi giorni con il caso del servizio
di portierato dell’ospedale, riportato opportunamente alla luce dal Corriere Adriatico
di stamattina anche se dimenticando qualche particolare. Il caso testimonia
come si facciano le cose a Montegranaro: approssimativamente e con la
presunzione di decidere anche per gli altri.
Infatti si ricorderà che il tutto è nato dal rinnovo
della convenzione con la Asur per l’utilizzo dello stabile dell’ospedale.
Nell’accordo le parti coinvolte erano tre anche se la trattativa era stata
fatta a due: il Comune e la Asur stessa, dimenticando di sentire e consultare
la Croce Gialla che, invece, aveva un ruolo fondamentale nel progetto che si
stava disegnando. Così si stabilì che il servizio di portierato, fino ad allora
svolto da un dipendente della Asur che, però, andava in pensione e non veniva
sostituito, sarebbe stato svolto dai volontari della Croce Gialla. Solo che la
Croce Gialla non ne sapeva nulla. Riunito il direttivo, l’associazione di
pubblica assistenza decideva di non sottoscrivere l’accordo con Comune, troppo
oneroso e pieno di responsabilità. Così il Comune dovette ripiegare su risorse
proprie ma, non potendo assumere personale per l’arcinoto patto di stabilità,
dovette optare per due borse lavoro che sarebbero state formate e inserite.
Conclusione: a gennaio ancora non c’è il portiere. Il giornale ci dice che
arriverà a giorni ma intanto non c’è.
Vorrei però fare un’altra considerazione sul discorso
“borse lavoro”. Si affida un servizio delicato come quello del portierato
dell’ospedale a del personale non assunto e sottopagato. Sì, perché le borse
lavoro, a Montegranaro, percepiscono un compenso che definire da fame sarebbe
un eufemismo, alla faccia dello sfruttamento del proletariato e del partito dei
lavoratori che governa il paese. Ora mi chiedo: come verrà svolto il servizio,
così delicato, che si occupa di dati sensibili, informazioni private e
riservate, responsabilità sulla vigilanza di una struttura importante, piena di
macchinari preziosi e documenti delicati?
Luca Craia