Ci sarebbero due o tre valutazioni da fare sugli
esiti del voto del Consiglio Comunale di Montegranaro col quale è stato eletto
il nuovo CDA della Casa di Riposo. Innanzi tutto vorrei sottolineare il
comportamento corretto della maggioranza che, con un regolamento di voto
assurdo che consente di votare tutti e sei i membri del Consiglio di
Amministrazione a tutti i consiglieri, non ha approfittato garantendo la
rappresentanza della minoranza. Avrebbero potuto eleggere tutti e sei i
consiglieri ma non lo hanno fatto e questo non era scontato, per cui, per una
volta, plaudo.
Però, leggendo i numeri e non solo i nomi, qualche
ragionamento sugli equilibri interni alla maggioranza bisognerebbe farlo.
Infatti se la coalizione avesse votato compatta tutti e quattro i membri del
CDA nominati avrebbero ottenuto 10 voti. Invece l’unico a prendere l’en plein è
stato il candidato sponsorizzato da Antonelli, Luciano Di Chiara. Livio
Botticelli ne ha presi 9, Cameli addirittura 8. Sarebbe lecito domandarsi perché
qualcuno non abbia votato tutti e quattro i candidati e, soprattutto, chi
sarebbe questo qualcuno. Infatti un consigliere non ha votato Botticelli, in
quota Ubaldi, e ben due non hanno votato Cameli, in quota PD. Anche Giuseppina
Mariani, che rumors danno in quota Beverati, manca di un voto. I conti non
tornano. Che succede?
Curioso il siparietto consumatosi alla chetichella tra
Ubaldi e il suo capogruppo. Gaudenzi ha espresso un voto in più rispetto ai
quattro che la maggioranza si era impegnata a esprimere. Il suo quinto voto è
stato un tributo a Lucio Melchiorri, il Presidente uscente. Nulla di
scandaloso, anzi, un gesto apprezzabile. Ma pare non sia stato gradito dal
leader di Liberi per Montegranaro che sembra abbia redarguito il suo
capogruppo.
E ora si va in ferie.
Luca Craia