È incredibile
come si possa continuare a vedere la celebrazione a suon di titoloni sui
giornali di un progetto che i fatti hanno dimostrato essere fallito. L’idea
della videosorveglianza, così come concepita a Montegranaro, doveva essere un
deterrente per gli atti criminosi o vicini al crimine. In effetti, non
essendoci un controllo in tempo reale, nessuno a guardare le immagini in
diretta ventiquattrore su ventiquattro, le telecamere non possono certo
sventare il crimine. La loro utilità si limita alla eventuale identificazione
del criminale quando questi sia talmente fesso da andare sotto una telecamera a
viso scoperto. L’unica funzione, quindi, sembrerebbe essere quella di fare da
deterrente, appunto, ma i fatti ci dicono che non sta funzionando.
Montegranaro
sta diventando un far west: bande di stranieri che mettono a ferro e fuoco il
paese, furti in appartamento che si susseguono quotidianamente, furti d’auto, taglieggiamenti,
atti di teppismo, risse, il paese sembra essere lontano anni luce da quell’idea
di isola felice di un tempo. Le telecamere sono una realtà ormai consolidata,
sono installate da diverso tempo e si può affermare che non abbiano sortito
alcun effetto deterrente.
Leggere
quindi sui giornali della loro grande efficacia, ultimo caso quello della rissa
di domenica mattina in viale Gramsci, è stupefacente. L’informazione è
totalmente distorta e sembra creata su misura per compiacere una sorta di
propaganda del potere, tesa a far credere quello che non è. Purtroppo la videosorveglianza non sta dando risultati. E il problema principale è che, fino a
quando non si ammetterà il suo fallimento, è difficile pensare che si possano
mettere in campo misure alternative e più efficaci. E intanto la sicurezza
rimane solo una parola.
Luca
Craia