Solleva la questione il sito Civitanovalive con un articolo puntuale e
preciso nel suo ragionamento (vedi articolo)
che vorrei fare mio perché ritengo che il problema non appartenga soltanto a
Civitanova ma a tutto il territorio, compresa Montegranaro che è, forse, il
paese più grande che gravita nell’orbita economica della città rivierasca.
È stato intercettato nei giorni scorsi un grosso carico di cocaina
destinato presumibilmente al mercato locale. Tanta roba, e non è la prima volta
che questi traffici vengono scoperti, lasciando pensare che vi siano grossi
quantitativi non intercettati che circolano liberamente. Dove vanno a finire? È
una domanda che sarebbe giusto porsi, soprattutto ai piani alti della nostra
società, nella politica e nelle istituzioni in grado di decidere eventuali
strategie in contrasto col fenomeno.
E il fenomeno c’è, inutile nasconderselo. Molti giovani fumano erba e
c’è un massiccio ritorno dell’uso dell’eroina. La cocaina è a buon mercato e
viene utilizzata su larga scala mentre esiste da tempo un florido mercato di
droghe sintetiche. Ho l’impressione che si sia tornati ai consumi degli anni ’70,
periodo che ha visto molti giovani diventare vittime della schiavitù della
droga. Solo che oggi la diffusione e il consumo sono meno visibili, più
subdoli, e non c’è più il deterrente dell’emarginazione sociale che derivava
allora dall’essere tossicodipendenti.
È un fenomeno che andrebbe analizzato e che ritengo sia concomitante a
uno stato di agitazione sociale che va controllato dai vertici. Così come negli
anni ’70 si è sedata tutta la spinta al rinnovamento proveniente dal precedente
decennio, ora credo che la droga sia utile per sopire la gioventù ed evitare
che si occupi di questioni gravi che stanno annullando il suo futuro. È forse
per questo che non si fa nulla, che si lascia fare, che si fa in modo che il
consumo di stupefacenti prosperi sostanzialmente indisturbato.
Luca Craia