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venerdì 27 gennaio 2017

La parola in voga a Montegranaro è ebete



Siccome sono più che certo che chi la usa non abbia cognizione reale del suo significato, per il semplice fatto che, altrimenti, non la userebbe, perché usarla e dare un pugno in faccia sono esattamente la stessa cosa, fornisco ai modaioli montegranaresi il significato da dizionario Treccani della parola più in voga al momento in paese.
èbete agg. e s. m. e f. [dal lat. hebes -ĕtis, propr. «spuntato, ottuso», der. di hebēre «essere smussato»]. – Ottuso di mente, deficiente: c’è chi nasce e.; c’è chi diventa per l’infermarsi e ingrossare degli organi (Tommaseo). È usato soprattutto come epiteto ingiurioso, anche come sost.: è un e., sei una vera e.; atteggiamento da e.; solo degli e. possono confondere le due cose!
Ricorrentemente a Montegranaro, come penso anche da altre parti, c’è una terminologia giovanile che predomina a prescindere dal reale significato della parola. Ne ricordo diverse, della mia gioventù, e ne ricordo altre di quando ero bambino, parole usate da chi era più grande di me ma ancora non adulto. Poi ci sono quelli che sono perennemente giovani, i quarantenni mai cresciuti che campano del sussidio di papà e che si credono ancora ventenni non sapendo che, invece, di anni ne hanno quattro in testa e quaranta nel fisico. Tutti si adeguano all’uso di moda.
Questa, però, come dice la Treccani e altri dizionari che ho consultato, è una parola ingiuriosa. Io, che scrivo molto spesso in maniera graffiante, non mi sognerei mai di dare dell’ebete a qualcuno, nemmeno al mio peggior nemico, nemmeno a chi ritengo che, tutto sommato, lo sia. Credo che ci sia un confine tra l’essere caustici e l’essere maleducati, e oggi, su Facebook, questo confine viene superato con molta, troppa disinvoltura. Usare certi termini, oltre che a qualificarci in maniera molto precisa sulla scala bassa dell’evoluzione della specie, è una forma di violenza che non è più nemmeno verbale, diventa fisica. È bullismo, è quel bambino cattivo che tiranneggia l’altro, che gli ruba i soldi per le merendine o  gli rende la vita impossibile solo perché è diverso o, nel nostro caso specifico, non la pensa alla stessa maniera. Insomma, prima di dire ebete a qualcuno, pensateci. Magari specchiatevi.
                                      
Luca Craia

sabato 7 gennaio 2017

Montegranaro e la paura di esporsi



Uso Facebook da diversi anni e mi picco di capire qualcosa dei suoi meccanismi. Per esempio so che, se apri un gruppo in cui si raccontano barzellette, tanto per semplificare, in una settimana hai già qualche centinaio di iscritti. Così ho voluto fare un esperimento e ho aperto un gruppo chiamato Montegranaro, la piazza. L’ho aperto perché a Montegranaro, al contrario di tanti altri centri della nostra zona, non esiste una vera e propria pagina social. Ci sono gruppi che si chiamano social ma in cui si fa promozione quasi esclusiva per giornali online e c’è L’Ape Ronza, che non è una pagina social perché ci posso scrivere solo io anche se la funzione, in parte, la svolge in quanto raccoglie segnalazioni e le pubblica in forma anonima.
È un’anomalia, quella montegranarese, perché nei gruppi social la gente segnala, informa, discute mettendoci la propria faccia e assumendosi la responsabilità diretta di quello che pubblica e, non esistendo a Montegranaro tale possibilità, ho voluto vedere cosa capitava a crearne uno da noi. Il risultato è stato che, in una settimana, ci sono state 35 iscrizioni. Sono pochissime. È vero che non ho iscritto nessuno ma ho solo invitato, tramite i miei canali, la gente a farlo spontaneamente. Se avessi io iscritto i miei contatti il gruppo sarebbe ben più nutrito, ma la cosa sarebbe stata falsata. Così ho semplicemente informato dell’esistenza del gruppo e atteso le iscrizioni. Il risultato è stato esattamente quello che mi aspettavo.
Eppure non si può dire che non ci sia nulla da segnalare. Ricevo segnalazioni in quantità e ogni giorno, ma la gente di Montegranaro preferisce che le pubblichi sul blog e sulla pagina Facebook de L’Ape  in forma anonima piuttosto che farlo direttamente. La possibilità di farlo in un gruppo pubblico non ha riscosso alcun successo. Come mai?
Io un’idea ce l’avrei e, infatti, come dicevo prima, mi aspettavo questo risultato. Credo che, prima di tutto, a Montegranaro non esista uno spirito comunitario. Questo elimina lo stimolo a fare, quello stimolo che, per esempio, a Civitanova Marche fa partecipare tantissimo alle discussioni della pagina social locale. A Montegranaro, non sentendoci mai “paese” se non quando c’è da fare il tifo per qualche impresa sportiva, non avendo un vero e proprio amore di campanile, la gente non vede perché mettere il proprio impegno per la soluzione di un problema. Se c’è qualcun altro che lo fa, facciamo fare a lui.
Poi c’è il clima avvelenato di questi ultimi anni. A Montegranaro è pericoloso esporsi. Chi ha un’attività teme ripercussioni e lo fa a ragione, visti diversi casi in cui persone che si sono esposte hanno subito conseguenze professionali. Ma anche chi non ha un’attività teme di incrinare i rapporti, di venire additato, di finire nella lista dei cattivi. C’è un modo spettacolare per tenere questo clima intimidatorio vivo, è fatto di piccole minacce, di attacchi verbali, di minime ripercussioni sociali. È fatto di chiacchiere, di pressioni, di abilità nel mettere le persone l’una contro l’altra. Di fronte a tutto questo il cittadino preferisce non esporsi, e non gli si può dare torto.
Poi ci saranno mille altri motivi per spiegare l’insuccesso o, meglio, il risultato negativo del mio esperimento. Ci sarà il mio essere forse antipatico, ci sarà la pigrizia, ci saranno le feste che hanno creato un clima disteso che qualcuno non voleva guastare pubblicando foto di immondizia abbandonata o di buche per le strade. Fatto sta che questo è il risultato. Ragioniamoci perché, secondo me, c’è da ragionarci.

Luca Craia

venerdì 30 dicembre 2016

Nasce la piazza virtuale di Montegranaro



Ho creato un gruppo su Facebook intitolato “Montegranaro, la piazza”. È un esperimento, serve per verificare se anche a Montegranaro, come a Civitanova o Fermo o in molti altri centri della nostra zona, sia possibile aprire un luogo virtuale di discussione dove la gente possa segnalare problemi e disservizi, dare suggerimenti e informare su quanto accade in paese, il tutto con civiltà e rispetto, senza timori di ritorsioni, mettendoci la faccia. Sembrerebbe una cosa scontata ma, purtroppo, finora non è stato possibile. Sembreremmo un popolo di rissosi attaccabrighe, sembreremmo una cittadinanza omertosa, e vorrei dimostrare che non è così. Si possono pubblicare foto, articoli, link e post purchè strettamente inerenti a Montegranaro. Mi piacerebbe che questo luogo sul web funzioni, ma non lo posso sapere. Per ora provo. Ci sono poche regole essenziali che vi elenco:
1) massimo rispetto, l'insulto non è tollerato e comporta l'espulsione immediata;
2) attenersi esclusivamente a questioni legate a Montegranaro;
3) è vietata la pubblicità. Consentito, anzi, raccomandato segnalare eventi e iniziative a Montegranaro;
4) spirito costruttivo. Cerchiamo di trovare anche le soluzioni, non solo i problemi.
Se volete iscrivervi questo è il link:



Luca Craia