L’articolo di oggi de Il Resto
del Carlino, firmato da Marisa Colibazzi, ha innervosito il Comune di
Montegranaro o, quantomeno, colui che scrive per suo conto sulla pagina
Facebook di “Montegranaro Riparti”, pagina nata per sostenere la campagna
elettorale della lista dell’attuale sindaco e rimasta aperta come una sorta di
notiziario della maggioranza di governo.
L’articolo della Colibazzi
riportava la notizia del malcontento di alcuni genitori di bambini che
frequentano il Nido Comunale per via della decisione del Comune di chiudere i
battenti di quest’ultimo il 31 luglio e non la prima settimana di agosto come
sempre fatto. Questo comporta evidenti e innegabili problemi piuttosto seri per
quelle famiglie che, in quella settimana, sono ancora impegnate col lavoro
(almeno chi il “lavoro ancora ce l’ha”, come recita la missiva dei genitori
inviata alla redazione del giornale). Questi problemi, gli anni passati,
venivano risolti dal Comune che, pur dovendo sostenere un costo aggiuntivo,
manteneva aperta la struttura educativa per un’ulteriore settimana al fine di
dare un servizio ai cittadini. L’attuale amministrazione ha invece reputato
giusto non dare più questo servizio.
Non entro nel merito della
decisione, ognuno può trarre le proprie conclusioni. Rimango, però, a bocca
aperta davanti alla risposta pubblicata sulla pagina Facebook di cui sopra. La
riporto testuale:
In merito alla chiusura dell’asilo nido
comunale per la prima settimana di Agosto si precisa quanto segue:
- i bambini iscritti a frequentare per il mese di
luglio non sono 70 come detto nell’articolo pubblicato il 17 luglio, bensì 46 in totale.
- Non è assolutamente vero che le educatrici
godranno di due mesi di ferie, bensì di uno, come da contratto.
- Non si capisce come mai si faccia tanto clamore per una settimana quando scuole dell’obbligo vengono
chiuse il 7 giugno e riaperte a metà settembre .
- Non crediamo di certo che una settimana di
chiusura del servizio possa turbare gli equilibri delle famiglie di
Montegranaro.
A tal proposito la nuova Amministrazione
Comunale solleva un interrogativo.
Contrariamente al Regolamento Comunale del Nido,
alcuni genitori, hanno usato nel corso degli ultimi anni ritirare dal servizio
il figlio, in concomitanza di un malanno o altro, e di conseguenza non hanno
pagato la retta dovuta .
Questa situazione ha contribuito ad
aggravare le già precarie casse comunali.
Per concludere si auspicherebbe che le polemiche
fossero costruttive e soprattutto si fa presente che prima della pubblicazione
di articoli di protesta si conferisca con l’Assessore competente che fornirà le
dovute delucidazioni
Innanzitutto il tono è piccato, nervoso,
infastidito. Credo che un amministratore debba fare lo sforzo di ascoltare le
istanze dei cittadini, giuste o sbagliate che siano, e mai rispondere con
stizza alle stesse. Si fanno precisazioni inutili, come quella sul numero dei
bambini che nulla toglie e nulla aggiunge alla questione. Si fa un paragone con
le scuole dell’obbligo che non ha sussistenza essendo i due servizi
difficilmente equiparabili. Si fanno congetture sugli “equilibri” familiari,
senza conoscere il dettaglio e le situazioni specifiche che hanno portato i
cittadini-utenti di questo servizio a prendere carta e penna e scrivere al
giornale. Soprattutto, però, si usa un argomento che non c’entra nulla e che
suona intimidatorio: la questione delle rette. Cosa c’entrano le rette pagate o
non pagate sulla decisione di dare o non dare un servizio in più ai cittadini? Perché
il regolamento non è stato fatto rispettare se poi si deve recriminare su
questo? Cosa si sottende sollevando questo argomento? Infine si auspica che,
prima di scrivere sui giornali, si vada a conferire con l’assessore competente.
A parte che, nella fattispecie, l’assessore non c’è in quanto la delega è stata
trattenuta dal Sindaco in persona (a meno che non si ritenga competente l’assessore
ai servizi sociali, nel qual caso le rette proprio non c’entrerebbero nulla), credo
che in democrazia ognuno sia libero di esprimere il proprio pensiero come
meglio crede, e se un cittadino pensi sia più consono scrivere a un giornale
piuttosto che andare a fare anticamera in Comune, ne abbia tutto il diritto. Infine
torno sul tono: è la mia opinione, ma credo che non si debba mai e poi mai
parlare in questo modo ai cittadini. Questione di rispetto.
Luca Craia