Ricompare sul giornale stamattina la nostra sindachessa per
annunciarci gli esiti dell’iniziativa a sostegno della povertà intrapresa dal
Comune. In buona sostanza è stato creato un fondo a sostegno delle famiglie in
difficoltà tramite il quale viene assegnata una cifra, ancorché piccola, che
potrebbe aiutare chi ha problemi economici in questa fase estremamente
difficile nell’economia del nostro paese. L’iniziativa è lodevole anche se
certamente niente affatto risolutiva. Però la notizia in sé è preoccupante.
Sono 98, infatti, le domande di aiuto economico giunte in Comune. Solo
26, però, sono state accolte anche perché i fondi sono quello che sono. E il
dato è allarmante. Se ci sono 98 famiglie che hanno trovato il coraggio di
chiedere aiuto, chissà quante, per orgoglio, paura, ignoranza, non lo hanno
fatto. Su un totale di 13.000 abitanti sono numeri importanti.
Questo, alla fine dell’anno, dovrebbe farci riflettere su quali siano
le cose che contano e quelle che non contano. Stiamo assistendo a un grottesco
teatrino di polemiche da parte di chi ci governa e che sembra tutto preso in
questioni irrilevanti come i volantini del presepe o chi debba prendersi la
paternità di cosa, ma non vediamo lo stesso impegno per risolvere i problemi
reali di Montegranaro. E, guardate, i problemi non sono nemmeno costituiti da
come far circolare le macchine dietro le mura, dallo spostare un parcheggio, da
riparare o mettere a norma un palasport o un teatro. Certo tutto è rilevante e
si dovrebbero trovare le risorse per far funzionare bene la città. Ma prima di
tutto vengono i cittadini.
Montegranaro è passata dall’opulenza degli anni ’80 a una situazione
in cui ci sono almeno 98 famiglie in difficoltà, senza contare quelle che
regolarmente vengono aiutate dalla Caritas. Un paese che si vantava di avere un
laboratorio artigiano in ogni sottoscala, di essere la capitale dell’industria
calzaturiera mondiale, un paese dove circolavano le macchine più grandi e
costose e che faceva arricchire i grandi centri costieri andando semplicemente
a far compere, oggi ha un’altissima percentuale di cittadini in difficoltà. E
non consideriamo solo questi dati ma osserviamo quanti operai in cassa
integrazione, quante fabbriche chiuse, quanti imprenditori che stentano a
rimanere a galla, quante attività commerciali in crisi. Per tutto questo, a
parte questa lodevole ma isolata iniziativa, nulla si è fatto e pare che nulla
si farà.
Le energie politiche si spendono per contrastare questo o quel
personaggio, per dominare all’interno della maggioranza, per inventarsi un buon
motivo per finire sul giornale e prendere qualche consenso in più. Non
funziona. Tra tre anni, quando voteremo di nuovo, avremo una Montegranaro molto
diversa se non si prendono provvedimenti seri, se non si studia una strategia, se
non si pensa al sociale non più come a una poltrona da assegnare al gruppo che
ruggisce di più ma come a una priorità assoluta. Mi auguro questo, per il 2016:
che i nostri amministratori rinsaviscano, smettano con le cattiverie e
dispettucci da bambini dell’asilo, smettano coi giochini di potere e il domino
delle poltrone e comincino seriamente a occuparsi del paese. Altrimenti nel
2019 resterà ben poco da amministrare. Auguri.
Luca Craia