Allibisce la dichiarazione del
Sindaco riguardo alla situazione debitoria del Comune. Leggiamo sul Corriere Adriatico
di oggi il sottotitolo virgolettato attribuito alla Mancini: “perdiamo l’80%
del tempo a cercare di risolvere queste situazioni”. Vorrei ricordare che il
tempo del Sindaco e della Giunta è pagato coi soldi dei cittadini. Credo che
possiamo aspettarci che venga impiegato in maniera più proficua.
Mi spiego meglio: la situazione
dei debiti fuori bilancio era ben nota già in campagna elettorale. Lo stesso
Commissario Prefettizio che ha preceduto l’attuale amministrazione stimava l’ammontare
dei contenziosi, come asserisce il giornale stesso, in circa tre milioni di Euro
e una mole di cause di 39 procedimenti. Posto che le cifre, purtroppo, possono
essere riviste per eccesso, rimane il fatto che il Sindaco e l’Amministrazione
Comunale sono a conoscenza del problema fin da prima delle elezioni e si presuppone
che, con la diligenza del buon padre di famiglia di cui l’amministratore
pubblico è fatto obbligato, nel momento in cui hanno intrapreso il mandato
amministrativo dovessero avere un quadro della situazione e di come
intervenire. Apprendere oggi che si spende quasi tutto il tempo a dirimere la
matassa dei debiti, trascurando evidentemente altre questioni che gravano sulla
collettività, è sconcertante.
Dicevamo che il tempo degli
amministratori è pagato, ed è pagato dai cittadini, poco o tanto non importa,
se si decide di amministrare lo si fa a prescindere dallo stipendio. Ma la
questione è quasi puramente contabile. Si tratta di analizzare i conti, capirli
e poi prendere delle decisioni politiche. Per analizzare i conti basta un
ragioniere, un commercialista, e mi pare che il Comune ne disponga. Gli
amministratori incarichino dei professionisti per analizzare la situazione, si
avvalgano anche di analisi già compiute, poco importa se da avversari politici:
Guardiamo Avanti, ad esempio, aveva studiato a fondo la questione Calepio Scavi
e ha messo gratuitamente a disposizione della Giunta il risultato del proprio
lavoro, non ottenendo risposta.
L’analisi, quindi, va fatta
contabilmente da contabili, non da politici. La decisione finale spetta ai
politici che, però, in attesa possono occuparsi del paese invece di occupare la
propria mente all’80% per queste questioni. Altrimenti, confondendo il
contabile, l’avvocato, il commercialista con il politico, possiamo
tranquillamente affermare che non ci serve un’amministrazione comunale: basta
un commercialista che, probabilmente, ci costerebbe meno.
Luca Craia