Di seguito trovate il testo integrale della proposta di deliberazione presentata dall'intera opposizione di Montegranaro.
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sabato 17 settembre 2016
lunedì 16 maggio 2016
C’erano una volta le fontane
Non so a voi ma a me fa una certa tristezza passare per la rotatoria
della circonvallazione e vedere quella fontana spenta, rotta, coi pezzi in
mezzo alla strada che nessuno raccoglie. Fa tristezza perché rappresenta il
simbolo della fine di un’era, il tramonto di quella Montegranaro opulenta e un
po’ gradassa, paese ricco e invidiato, luogo dove vivere bene, lavorare,
spendere. Rappresenta, secondo me, il triste declino di un paese che poteva, un
paese che faceva, un paese che, nel bene o nel male, rappresentava qualcosa da
indicare, da guardare.
Ricordo che non mi piacque, quella fontana, quando fu realizzata. Non perché
fosse brutta ma perché era, secondo me, un inutile spreco di soldi, un
esercizio di sfarzo anche un po’ snob. Costò anche cara, se ben ricordo. Però
fu costruita e pagata, e nel tempo divenne uno dei simboli di Montegranaro. Per
dare indicazioni si utilizzava dire “la rotonda della fontana”. Era il primo
impatto con il centro del paese per chi veniva da fuori e, accesa, coi suoi
spruzzi e i colori delle luci, era anche un bel vedere.
Oggi è lì, una vasca vuota, scrostata. La scatola elettrica spaccata e
buttata per terra. Le luci spente, così come quella scritta con il nome del
nostro paese, scura come questo momento. Ha ragione Gianni Basso ad arrabbiarsi
per questo. Ha ragione perché non si può buttare via una cosa realizzata da
altri con soldi pubblici solo perché non ci piace, solo perché l’ha fatta un
avversario. Non si può mandare in malora un pezzo di paese per ripicca, per
sfregio.
Suona come una rappresaglia, una vendetta. Ma è una vendetta costosa, perché
quella fontana, così come le altre opere del passato che si stanno lasciando
marcire, prima o poi ci chiederà il conto. Ci sarà da metterci le mani quando
sarà troppo degradata tanto da rappresentare non più soltanto un qualcosa di
esteticamente negativo ma anche un pericolo, un intralcio. Allora toccherà
intervenire e la situazione sarà talmente degradata che costerà caro. Tutto
questo per fare dispetto a Basso. Ma il dispetto sarà per i cittadini di Montegranaro.
Luca Craia
sabato 30 aprile 2016
E Sel saluta e se ne va
Una seduta del Consiglio Comunale piuttosto noiosa, quella di ieri
sera, come del resto era lecito aspettarsi trattandosi prevalentemente di una
discussione sui numeri. Però poteva andare peggio e qualche elemento di
interesse c’è stato, a cominciare da Gianni Basso che ha giustamente avuto da recriminare
sulla sorte delle sue amate fontane.
Lo abbiamo anche detto ripetutamente da
queste pagine: le fontane sono state tutte abbandonate e, consentitemi, è una
cosa davvero squallida quanto frequente. È il guai ai vinti moderno: quando
cambia l’amministrazione comunale tutto quello che ha fatto la precedente va
buttato via, anche se è costato caro, anche se lasciarlo marcire rende un
pessimo servizio alla città.
E a proposito di fontane è stata molto interessante l’uscita del
Sindaco che ha dichiarato al microfono che il motivo per il quale è stato
rimosso il famoso “monumento alle palle che girano”, ossia la fontana che era
al centro dei vecchi giardini di viale Gramsci e misteriosamente scomparsa, è
che pesava troppo e causava la frana. Quindi, considerando che la palla avrà
pesato cinque o sei quintali (vado a occhio), se in quel punto fanno capannello
setto o otto persone di media corporatura si rischia di far crollare tutti i
giardini nuovi, per cui occhio.E comunque, visto quanto era costata, la si poteva mettere da un'altra parte.
Il dato politico più rilevante, però, è l’ufficializzazione dell’uscita
dalla maggioranza da parte del gruppo di Sel. Si sapeva, nei fatti era già
accaduto, ma mancava che fosse dichiarato. La dichiarazione c’è stata e,
quindi, la maggioranza di governo perde un pezzo importante. La motivazione la
sappiamo ma è grave: Sel accusa l’Amministrazione Mancini di aver instaurato un
governo oligarchico, dove le decisioni vengono prese a porte chiuse da poche
persone. Non è un’accusa da poco nei confronti di uno schieramento che, in
campagna elettorale, aveva sbandierato collegialità, partecipazione e
trasparenza. Su questo fronte registriamo l’intervento, politicamente non
richiesto e non dovuto, di Roberto Basso che ha sentenziato quanto sia
liberatorio per la maggioranza il fatto che Sel la lasci. Contento lui…
Luca Craia
mercoledì 6 aprile 2016
Il Consiglio sull’antenna limita i danni dalla giunta Mancini. Ma non aspettatevi troppo.
È stato un Consiglio Comunale piuttosto pacato e costruttivo quello
sull’antennona, nonostante il tema fosse scottante, nonostante una sala gremita
di pubblico, nonostante l’incipit velenoso e avvelenato da parte del Sindaco,
che ha egregiamente sostituito, in quanto a inopportunità e scarsa lucidità
politica, il suo vice per una volta stranamente quanto opportunamente silente.
Il Sindaco ha fatto tutto un excursus su quante autorizzazioni siano state date
in passato per altre antenne di telefonia cercando di spalmare la
responsabilità di questo ultimo caso su tutti i suoi predecessori,
dimenticando, per esempio, che lo stesso principe consorte è stato assessore
con Basso e che il suo vicesindaco ne era, anche in quel caso, vice. Mi diceva
un amico in sala che sembra sia afflitta da una sorta di sindrome professionale
da maestra, solo che giustifica l’alunno indisciplinato perché tanto sono
indisciplinati tutti.
Ci pensa Perugini a smorzare i toni. Un Perugini vagamente bipolare,
che su Facebook digrigna i denti e mostra i muscoli minacciando chiunque
soltanto osi criticare, davanti a un pubblico così attento e anche piuttosto
nervoso, invece, fa la pecorella, è accondiscendente, possibilista è molto
buonista come l’ha stigmatizzato con la sua usuale finezza Gianni Basso. Anche
l’opposizione tiene i toni bassi, cerca di evitare lo scontro, c’è in tutti,
eccetto il Sindaco, la volontà di giungere a qualche tipo di conclusione, per
quanto, dopo che è stato eretto il palo, esista la consapevolezza di quanto la
questione si sia fatta complicata.
Così si approva la mozione preparata dalla minoranza. Lo si fa con
qualche emendamento che serve più a salvare la faccia dell’amministrazione
comunale che a cambiare la sostanza. È una mozione che impegna la maggioranza a
muoversi per trovare ogni soluzione possibile, alla luce di ricerche fatte dai
tecnici dell’opposizione che hanno riscontrato diverse anomalie sul piano
urbanistico. Certo che, con l’antenna già installata, sarà davvero dura.
La maggioranza salva il salvabile per quanto riguarda la propria
immagine che, comunque, ne esce piuttosto spezzettata, per dirla in dialetto,
sframicata. Hanno pesanti responsabilità i nostri amministratori, prima fra
tutte quella di non aver tentato in alcun modo l’approccio privatistico che,
forse, sarebbe stato la soluzione più facile, economica, percorribile. Mettere
intorno a un tavolo quel Venanzi che è proprietario dell’appezzamento dove
insiste la vecchia antenna e la Vodafone non era così difficile. Bastava
provarci. E si era ancora in tempo nei giorni scorsi, quando il palo stava
ancora lontano da Montegranaro. Invece ora questa strada pare forse la più
difficile da percorrere. Ma mai dire mai.
È andata bene quindi alla maggioranza. Potevano uscirne a pezzi se
avessero sposato la linea dura del Sindaco. La gente presente era piuttosto
agitata. Ed era tanta: il tam tam mediatico ha funzionato nonostante un
comitato cittadino piuttosto evanescente, del resto privo di una investitura
popolare e quindi poco forte. Giustamente l’opposizione, rafforzata da un SEL
che si siede all’estrema sinistra del Sindaco, non ha calcato la mano. Per
stabilire le responsabilità e tirare le somme ci sarà tempo più in là. E a quel
punto i conti li faremo.
Luca Craia
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