Non so quanto sia costato il giornaletto che il Comune di Montegranaro
sta distribuendo in questi giorni per le case di Montegranaro. Non ci è dato
saperlo perché la delibera e la determina di spesa per questo provvedimento non
sono state pubblicate; praticamente è stato pubblicato prima il giornale della
delibera che lo autorizza; a Montegranaro è normale. Fatto sta che qualcosa
dovrebbe pur essere costato, nonostante le sponsorizzazioni che, tra l’altro,
sono davvero pochine, meno di quelle presenti nel giornaletto elettorale
propriamente detto.
È vero: si è sempre fatto. Le amministrazioni comunali hanno sempre
utilizzato soldi pubblici per farsi propaganda politica. Questo non vuol dire
che la cosa sia fatta bene, anzi, direi proprio che sia ora di finirla, specie
in periodi di magra come questo, cosa ampliamente riconosciuta dai nostri
amministratori che piangono miseria un giorno sì e l’altro pure, nonostante che
i soldi per i loro progettini inspiegabili si trovino comunque. La maggioranza
che governa Montegranaro ci aveva promesso il cambiamento. In fatto di
giornaletti il cambiamento non c’è stato. E nemmeno per il resto.
Il giornaletto: è tutto un’autocelebrazione (cosa aspettarsi di
diverso), tutto un “abbiamo fatto”, tutto un album fotografico coi nostri
sempre belli in posa, a uso e consumo della propaganda. Si parla di opere di
ordinaria manutenzione spacciate per grandi realizzazioni, si parla di
ordinaria amministrazione fatta passare come rivoluzionaria, ci si inventano un
sacco di cose, come il fantastico volo pindarico di Beverati sul centro
storico, non si parla quasi per nulla di quello che si vuole fare, non si legge
un progetto, non si vede la linea che conduce le scelte amministrative. Prestidigitazione
mediatica.
Si naviga a vista, è evidente. E con gli occhiali appannati da questa
strana nebbia di giugno. Ma si sta attenti a non farlo vedere, spostando l’attenzione
su opere che era obbligatorio fare, su un bilancio che si doveva approvare, su
scelte che si potevano fare meglio. Il giornaletto profuma di fritto: non so se
sia lo street food di Veregra Street o solo l’aria a essere fritta.
A proposito di Veregra Street: il giornaletto sarebbe anche utile per
le notizie che ci dà a proposito del festival, ma c’era già in giro il programma
per cui, anche in questo, non serve a nulla. E paghiamo noi.
Luca Craia