Le gite scolastiche, tecnicamente “viaggi di istruzione”, sono
inserite nel POF (piano dell’offerta formativa, ossia il programma didattico).
Parlando di scuola dell’obbligo, non partecipare a una gita scolastica equivale
a perdersi un pezzo di programma. Sotto questo aspetto, quindi, la gita
scolastica fa parte del diritto allo studio. Ebbene, il Comune di Montegranaro non
concede più l’uso dei pulmini scolastici per le uscite che superino la
mattinata, ossia quasi tutte. Questo, evidentemente, per contenere i costi ma,
considerando anche il grande interesse mostrato dalla politica verso la scuola
e i reiterati tentativi di metterci le mani sopra (e dentro), si potrebbe anche
pensare (pensando male) che si voglia in qualche modo controllare il programma
didattico. Del resto il Sindaco aveva tentato di influire sulla programmazione
scolastica già nei primi giorni del suo mandato, per cui la cosa non sorprende.
A onor del vero la decisione fu presa dal commissario già nel 2014, ma ora essa
assume valenza politica, una valenza rilevante
Comunque il dato è questo: se la scuola organizza un’uscita che
preveda il rientro a casa nel pomeriggio sarà necessario affidare il servizio a
terzi, con i costi per le famiglie che ne conseguono. Da ciò pare evidente che,
le famiglie con difficoltà, dovranno fare sacrifici per mandare i figli in
gita, quindi per garantire la continuità della frequentazione della scuola nel
suo programma didattico. Qualora non potessero, i figli perderebbero parte
della formazione e la famiglie saranno evidenziate come in difficoltà
economica. Alla faccia al diritto allo studio, alla riservatezza e complimenti
alla sinistra.
Luca Craia