Siamo tutti in trepidante attesa
di conoscere l’esito finale di quella che sembra sempre più una telenovela
piuttosto che una manovra politica. La discesa in campo di Gianni Basso,
presunta o auspicata che sia, è comunque, per ora, deludente. Delude perché da
un personaggio di tale peso politico e da un uomo con tanta esperienza ci si
aspettava una tattica di avvicinamento alla candidatura più concreta ed
efficace, anche in considerazione che, a livello di strategia politica, gli
uomini e i consiglieri non gli mancano, a cominciare da quel Giancarlo Venanzi
che lo affianca e lo consiglia da decenni e dal fedele amico Tappatà. Invece
sembra che la linea sia più dettata dalla mentalità coreografica casapaundiana
di alcuni membri del suo gruppo e tutto ciò sfiora, quando non lo tocca
palesemente, il ridicolo.
Ciò non toglie che Basso possa
essere accreditato di un buon successo elettorale, e non si può escludere
nemmeno una, per quanto difficile, vittoria. Tutto dipende dalla squadra che presenterà
e dalla sua proposta politica. Basso è un uomo che, in vita sua, ha fatto più
il sindaco che qualsiasi altra cosa. Vanta un’esperienza amministrativa e
politica senza pari dalle nostre parti. È anche l’uomo della Montegranaro da
bere, quello della "città giardino", quello che ha sì riempito la città di
inutili fontane, di piazze deserte e di scheletri in cemento armato, ma ha anche creato l’unico luogo di
incontro del paese, che è viale Gramsci che, prima di lui, era una discarica. Molti
ancora lo amano e molti credono il lui. E la sua politica vecchio stampo, ben
radicata nella cultura del Partito Socialista craxiano, certamente a
Montegranaro aiuta. Quindi stiamo a vedere. Credo possa ottenere risultati
impensabili, se solo riuscisse a smettere con le pagliacciate di questi ultimi
mesi.
Luca Craia